Ground Zeroes, il prequel ufficiale di Metal Gear Solid V
Metal Gear Solid V Ground Zeroes nasce come un prodotto che anticipa le vicende del quinto capitolo ufficiale della serie, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. In questo capitolo della saga non ci sono solo spunti sulla trama che verrà poi sviluppata nel quinto episodio ufficiale della serie, ma viene svelato per la prima volta il nuovo gameplay voluto da Hideo Kojima e che porta la saga ufficialmente nel mondo degli open world nudi e crudi. Uno degli aspetti meglio riusciti del titolo è senz'ombra di dubbio l'impianto tecnologico e il tanto decantato FOX Engine. La versione PS4 vanta pieno supporto allo standard FullHD (cosa che non succede su Xbox One, dove la risoluzione rimane a 720p), con frame rate ancorato a 60 fotogrammi al secondo e un sistema di illuminazione sontuoso e magistrale, che unito ad una gestione degli eventi atmosferici di prim'ordine sembra voler dare un senso alla parola "next-gen". Il risultato, inutile negarlo, è estasiante sin dal filmato introduttivo, anche se, più ci si addentra in Camp Omega, più si scorgono alcune piccole imperfezioni. Alcuni asset, ad esempio, regalano un numero di poligoni non sempre eccelso forse a causa di una conseguenza dovuta alla condivisione di parte del materiale con le versioni PS3 e Xbox 360. Parlando di narrazione, gli accadimenti di Ground Zero risalgono al 1975, immediatamente dopo quanto narrato in Peace Walker. Protagonista di questo "antefatto" è chiaramente Big Boss, il leggendario Naked Snake di MGS3, impegnato in una missione di infiltrazione e recupero in una prigione cubana dal sapore di Guantanamo. Obiettivi di Snake sono il giovane Chico e Paz, anch'essi volti noti già conosciuti proprio in Peace Walker, rapiti e torturati da una misteriosa organizzazione chiamata XOF. La storia rappresenta ovviamente la punta di un iceberg molto più profondo, The Phantom Pain appunto, il cui "cattivone di turno" sarà presumibilmente incarnato da Skull Face, misterioso individuo che fa una fugace apparizione nel filmato introduttivo per poi sparire. A tal riguardo, Ground Zeroes offre solamente due cutscene, introduzione e filmato conclusivo, di durata consistente ma non esagerata. Non si tratta certo di filmati brevi, ma appaiono come delle semplici interruzioni se paragonate agli standard video a cui i fan sono abituati nella saga di Metal Gear. La sceneggiatura, intensa e molto drammatica, in particolar modo negli ultimi minuti, lascia il giocatore spiazzato. Ground Zeroes infatti non finisce, o meglio finisce dove inizierà The Phantom Pain, abbandonando il giocatore sconvolto proprio sul più bello. Manca una conclusione al tutto, manca un epilogo anche solo temporaneo: si ha come l'impressione di aver assistito alle sequenze "pre-titoli di testa" di un film di spionaggio intrigante e, raggiunta la sigla, si finisce per incappare contro una scritta che recita: "arrivederci a tr un anno". Anche dal punto di vista la recitazione fortunatamente non delude, ed è impossibile non plaudere la prova di Kiefer Sutherland nei panni di Snake. Purtroppo però anche questo nuovo capitolo non riesce ad eguagliare l'incredibile doppiaggio del primo episodio della serie che tutt'ora gli appassionati recitano a memoria. Per quanto riguarda il Gameplay nudo e crudo, Snake, pur mantenendo un sistema di controllo con non si discosta più di tanto da quello già visto in passato, pare decisamente più agile e fluido. Le animazioni sono più contestualizzate all'ambiente di gioco e semplici movimenti come il passaggio da sdraiato alla corsa in piedi, o sporgersi dagli angoli per studiare i nemici, risultano pratiche decisamente più belle da vedere. A cambiare radicalmente, è invece la tipologia della componente strategica e stealth. La meccanica sembra decisamente meno ragionata e tattica, surclassata da un'azione più fluida e votata all'action. La componente stealth invece non viene a mancare totalmente, ma semplicemente non offre un grado di profondità capace di gratificare il giocatore che la sta utilizzando. Senza volerlo, ci si troverà così a passare da un riparo all'altro, favorendo quasi sempre l'utilizzo dell'arma da fuoco rigorosamente silenziata, rispetto ad un'azione che gioca di più sul fatto di nascondersi nell'ombra e studiare le mosse delle guardie. A conferma di ciò vi è la presenza di una sorta di slow motion nel momento in cui si viene scoperti dal nemico che darà al giocatore qualche secondo per uccidere la guardia, con un colpo in testa ben assestato, prima che quest'ultima chiami il QG e faccia scattare l'allarme. Non bisogna inoltre dimenticare l'utilizzo di alcuni elementi presenti nella base come delle postazioni di contraerea e mezzi da trasporto o d'attacco. Tra le novità spiccano anche le zone di estrazione. Una volta prelevati gli ostaggi, questi ultimi andranno portati in salvo in determinati perimetri dove si potrà chiamare l'elicottero per l'estrazione. Il colore della zona di estrazione, rappresenta la pericolosità, ovvero la presenza di nemici nelle vicinanze e la possibilità che il mezzo venga abbattuto o meno. All'arsenale classico, poi, si potranno abbinare le bocche da fuoco e i gadget secondari sia prelevandoli dai cadaveri o dai corpi delle guardie stordite, oppure, prendendo i nemici alle spalle e interrogandoli prima di stordirli. Con questa tecnica, verrà segnalato sulla mappa dove si troveranno i depositi o altri elementi sensibili. Le armi, primarie o secondarie, non saranno gli unici oggetti da raccogliere all'interno di Camp Omega. Sparse qua e là sono nascoste anche le toppe XOF, ovvero dei collezionabili che avranno come compito principale, quello di sbloccare la missione esclusiva che sarà presente su piattaforme Microsoft e Sony. Terminata la missione principale, sarà possibile cimentarsi in cinque missioni secondarie (le prime quattro – Elimina la minaccia dei giustizieri, Salvataggio agente segreto, Acquisizione informazioni riservate, Distruzione postazioni antiaeree - comuni per ciascuna piattaforma, la quinta invece diversa da utenza Sony a Microsoft) che spostano il focus su aspetti specifici del gameplay, siano essi il combattimento o la furtività, e sulla backstory. Ciascuna di queste, caratterizzata da un breve filmato introduttivo e da credits dedicati, difficilmente ruberà più di 40 minuti per essere portata a termine: inutile sottolineare che, già al secondo playthrough, i giocatori più abili potranno chiudere il cerchio in nemmeno 15 minuti. La versione Xbox One offre una missione incentrata su Raiden con qualche riferimento a Snatcher, quella su PS4 offre più di qualche richiamo al primo, indimenticabile Metal Gear Solid. Fin quì il gioco sembra essere davvero interessante, ma veniamo alle note dolenti: la missione principale, senza perdersi in troppe frivolezze, e contando anche il discretamente lungo filmato conclusivo, si porta a compimento in poco più di un'ora e mezza. A cercare di aggiungere ore di gioco aggiuntive ci sono le cinque missioni secondarie, che purtroppo rimangono ambientate sempre in Camp Omega e quindi non offrono nulla di nuovo in fatto di ambientazioni. A cercare di aggiungere ulteriore contenuti ci sono le sfide, che permetteranno di confrontarsi con gli altri giocatori su alcuni elementi come la distanza di tiro più lunga, il colpo alla testa migliore e altro ancora. Ma il vero problema non è legato tanto alla longevità fine a se stessa, quanto nell'impossibilità di assimilare al meglio un gameplay che rimane difatti incompiuto in questa versione. Kojima ha l'ambizione di offrire ai giocatori un prodotto diverso sotto molti aspetti a quello a cui siamo sempre stati abituati, non dando però un tempo sufficiente ad assimilarlo e capirlo. Tirando le somme, Metal Gear Solid V: Ground Zeroes rimane un'operazione commerciale di difficile comprensione. Il cambio di gameplay, l'introduzione delle meccaniche open world, una storia solamente abbozzata e altro ancora, sono tutti elementi che condensati in poche ore di gioco non danno la possibilità di capire realmente quale sia la portata di queste novità all'interno del quadro generale che verrà completato solamente con l'uscita di The Phantom Pain. Quindi, pur rimanendo in larga parte fiduciosi su quello che sarà il quinto capitolo ufficiale della serie, questo prologo va giudicato per quello che è: un prodotto confezionato bene tecnicamente, potenzialmente anche divertente da giocare, ma che offre una longevità davvero scarsa con l'aggravante di un rapporto quantità prezzo, assolutamente fuori mercato. Imperdibile per i fan accaniti della serie, ma davvero deludente per chi decidesse di avvicinarsi alla saga per la prima volta. GIUDIZIO GLOBALE: GRAFICA: 9,5 SONORO: 8,5 GAMEPLAY: 8 LONGEVITA': 4 VOTO FINALE: 7