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Facebook wifi con droni solari

Drone Solara 50

Zuckerberg starebbe acquisendo Titan Aerospace per 60 milioni di dollari

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E di appena qualche giorno fa l'annuncio che Mark Zuckerber acquisirà Whatsapp per 19 miliardi di dollari e nonostante questo le mire del fondatore del social network più popolare del mondo sembrano andare ancora oltre. L'azienda di Menlo Park starebbe infatti pensando di sfruttare i droni per portare sistemi di comunicazione wireless nelle località remote e nei paesi in via di sviluppo. Secondo TechCrunch, Zuckerberg starebbe per acquistare per 60 milioni di dollari la semi-sconosciuta Titan Aerospace. Il potenziale di questa startup sono i droni Solara 60 e Solara 50, una specie di "satelliti dell'alta atmosfera" alimentati ad energia solare. In pratica decollano da terra grazie a una comune batteria, raggiungono 20mila metri di quota e sono in grado di volare per 5 anni senza sosta. L'intera superficie alare e dei piani di coda non a caso è tappezzata di pannelli solari.   La sfida a Google. In verità questi droni sono in grado di compiere più attività: dal monitoraggio atmosferico, fino al mapping fotografico. Facebook però vorrebbe puntare sulle telecomunicazioni, sfruttandoli come antenne. Per altro bisogna ricordare che il noto social network aderisce al progetto internazionale Internet.org che punta a rendere Internet accessibile ai due terzi della popolazione mondiale non ancora connessi. Google tempo fa ha presentato "Project Loon", di fatto un sistema di comunicazioni basato su palloni aerostatici. Facebook vuol fare lo stesso con i droni.     I droni. ll Solara 60 sembra essere il primo vero obiettivo del possibile investimenti di Facebook. Il drone ha un peso pari a 100 Kg complessivi. L'energia prodotta dalle celle fotovoltaiche sulle ali viene consumata direttamente per i movimenti di stabilizzazione del volo, mentre la parte eccedente viene archiviata all'interno di batterie al litio dislocate all'interno delle ali. Nel corpo centrale sono disponibili invece le componenti elettroniche di controllo del volo, di invio della telemetria alle stazioni di terra e di gestione dei compiti a cui il drone è dedicato. Il peso ridotto (circa 60 Kg in meno rispetto al predecessore) e l'alimentazione a emissioni zero fa del prototipo un modello ideale per gli scopi che Facebook ha posto a capo del progetto. Il Solara 60 fa parte della linea di “Atmospheric Satellites” che la Titan Aerospace potrebbe mettere nelle mani di Facebook prima ancora dell'inizio della commercializzazione pubblica, prevista entro il 2015. Per “Atmospheric Satellites” si intende uno strumento in grado di sostituire il ruolo dei satelliti tradizionali, il tutto ad un costo molto minore grazie a nuove tecnologie e grazie a un volo a “bassa” quota che permette di ridurre la dotazione elettronica, le spese di lancio ed altre voci di particolare incisività sul budget.   Comunicazione e messaggi. Titan Aerospace promette l'estensione dei sistemi di comunicazione vocale e dati, nonché il supporto alle frequenze VHF, UHF e microonde. "Il ripetitore riceve i segnali dai trasmettitori su canali frequenza radio selezionali e dopo li ritrasmette su un'altra frequenza al ricevitore. A seconda della configurazione, questa stazione base può rimanere al suolo in un ambiente controllato oppure facilmente montata sulla piattaforma Solara per incrementarne le capacità", spiega il sito ufficiale della startup. Si parla di dati e comunicazioni oltre i 100 miglia nautici, ovvero circa 185 km. Sotto il profilo software pare che Facebook stia lavorando su due fronti. Da una parte con Onavo, acquisita l'anno scorso, per la compressione dei dati. Dall'altra sullo sviluppo di applicazioni più leggere per gestire funzioni base di social networking e condivisione di messaggi come ad esempio Whatsapp.

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