Samsung vieta l'iPhone a Sochi 2014
Le Olimpiadi di Sochi 2014 aprono i battenti e Samsung, che è uno fra gli sponsor ufficiali della manifestazione sportiva, ha obbligato tutti gli atleti a tenersi in tasca qualsiasi smartphone o tablet concorrente durante la cerimonia ufficiale di apertura, soprattutto se si tratta di prodotti Apple. In cambio a tutti è stato gentilmente regalato un Galaxy Note 3. La notizia è stata divulgata dal sito svizzero Bluewin, ed ha subito causato scalpore. La mossa dell'azienda sudcoreana fa appello alla clausola numero 40 del Regolamento Olimpico, secondo la quale chi possiede un prodotto realizzato da un'azienda che non è sponsor ufficiale di una manifestazione dovrà prestare la massima attenzione a nasconderne il marchio, a non farne nome né sui social network né durante interviste e registrazioni, se non vuole una multa salata o addirittura l'espulsione. Tutto questo però si dovrebbe applicare a dichiarazioni e apprezzamenti espliciti, non al marchietto della mela morsicata che si intravede mentre l'atleta manda un SMS a casa. Fra le clausole degli accordi operati con gli atleti, tuttavia, ci sono delle linee particolarmente rigide da seguire. La società, infatti, si aspetta di avere dei vantaggi in cambio del supporto finanziario operato sulla manifestazione impedendo agli atleti di mostrare dispositivi di altre società, iPhone incluso, e i relativi marchi. Si tratta di una manovra di marketing ben studiata, argomento sul quale Samsung ha puntato moltissimo in passato, raccogliendo risultati non indifferenti. Il colosso sudcoreano è la società del settore ad investire maggiormente sul piano dell'advertising e, grazie anche a manovre di marketing estremamente aggressive, è riuscita a divenire il maggior produttore di dispositivi mobile al mondo con ampi margini. Samsung probabilmente vuole cancellare i giochi di Londra 2012, su cui aveva investo moltissimo: durante la cerimonia di apertura, e non solo, gli smartphone e i tablet della Mela morsicata l'avevano fatta da padrone. Così, questa volta, tenta il colpo gobbo, che sarebbe passato sotto traccia se solo qualcuno della delegazione svizzera non l'avesse spifferato ai media, regalando così un retroscensa sfizioso quanto incredibile.