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Max: The course of brotherhood, il gioco next-gen in salsa anni '90

Max, the course of brotherhood

Un platform in 2.5D ricco di enigmi e azione

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Max: The Curse of Brotherhood arriva sul Marketplace di Xbox One portando con se una ventata "Amarcord" sulla piattaforma next-gen di Microsoft. Il gioco è il nuovo progetto della piccola software house danese Press Play, alle prese con il suo titolo più ambizioso. Al di là del look molto fanciullesco, The Curse of Brotherhood si dimostra fin da subito un platform 2.5D ben strutturato e solido, con una componente enigmistica veramente eccezionale: un altro di quei titoli che testimonia la rinascita dello sviluppo di matrice europea, confermando che l'acquisizione del team da parte del colosso di Redmond è un investimento decisamente azzeccato. Il titolo possiede una trama semplice, ma non per questo bisogna sottovalutarne le potenzialità. Cercando di far sparire il suo pestifero fratellino, Max apre per errore un portale verso una dimensione alternativa, in cui il piccoletto viene ovviamente risucchiato. Il giovane eroe, che non si aspettava certo conseguenze tanto drastiche, si getta immediatamente nel vortice dimensionale per rimediare al danno: comincia così l'avventura di Max in un mondo fantastico e denso di pericoli. Fra foreste, deserti, paludi e oscuri castelli, il viaggio di Max attraverso i sette capitoli che compongono l'avventura riesce ad esibire un immaginario convincente, ispirato alle suggestioni delle fiabe europee ma con qualche tocco di personalità.     Il protagonista dell'avventura per proseguire nel suo lungo viaggio avrà come unico alleato un pennarello magico che renderà possibile l'addentrarsi nel mondo di gioco verso lo scontro finale con il boss malvagio che ha rapito il fratellino. Proseguendo nell'avventura il pennarello acquisisce nuovi poteri: nella foresta, ad esempio, Max “impara” a disegnare rami e liane. Ed è proprio qui che il titolo comincia ad ingranare, grazie ad una progressione che riesce sempre a sorprendere, combinando in modi sempre nuovi le speciali capacità dello strumento con l'ambiente circostante. La progressione, nei sette capitoli che compongono l'avventura, è sempre in crescendo, e torna ad esplodere ogni volta che si scopre un nuovo potere: quello dell'acqua ad esempio permette di creare dei geyser che lanciano il giocatore su e giù per lo stage, mentre con quello del fuoco si potranno sparare dei proiettili incandescenti, in quella che è senza ombra di dubbio la parte più movimentata di tutto il gioco. Molto ben studiati anche i ritmi dell'avanzamento, che alternano con successo i momenti più cervellotici a fasi platform tutto sommato ben caratterizzate. L'unico rammarico resta quello di un comparto tecnico non certo eccezionale e di musiche non così coinvolgenti. Sul fronte grafico, il gioco non fa nulla per nascondere la sua genesi “old gen” e anzi forse fa di questo il suo punto di forza, riuscendo a catturare l'attenzione dei giocatori più attempati. Tirando le somme: la varietà di situazioni offerte dal gioc e la buona alternanza fra fasi platform ed enigmi galvanizza il giocatore dall'inizio alla fine, soprattutto per i meriti di puzzle ben studiati, complessi al punto giusto, molto stimolanti.   GIUDIZIO GLOBALE: GRAFICA: 8 SONORO: 7,5 GAMEPLAY: 8 LONGEVITA': 8 VOTO FINALE: 8

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