Ritorno a scuola: i consigli degli esperti contro il mal di classe da rientro
Come partire con il piede giusto per affrontare il nuovo anno scolastico dopo le vacanze.
Per molti è un (poco) gradito ritorno, per altri una novità. Quasi tutti però lo vivono come un dramma. La mattina a scuola, il pomeriggio a casa a studiare: addio svago. Cosa fare per iniziare col piede giusto? Come avere riflessi pronti, morale alle stelle e mente elastica? Basta seguire l'adagio secondo il quale “chi bene incomincia è a metà dell'opera”. Ma come? Innanzitutto cominciate dalla sveglia: sappiate che tanto i bambini quanto gli adolescenti sono abitudinari e metodici, quindi hanno bisogno le regole vengano stabilite da subito se già non lo avete fatto. Guai a fare troppo tardi la sera: si può trasgredire (appena) solo il venerdì se il sabato non si va a scuola, e il sabato, visto che la domenica la giornata è dedicata al relax. Il problema è che vostro figlio stenta a carburare? Mai saltare i pasti: la colazione è fondamentale. “Un buon bicchiere di latte e il pane (o fette biscottate) con del miele o burro e marmellata”, dice il professor Pietro Migliaccio (presidente della Società Italia Scienza dell'Alimentazione) che, per chi è intollerante al latte, l'esperto consiglia di “sostituirlo con un succo di frutta o (meglio ancora) una spremuta di frutta”. Dopo essere ripartito di slancio, lo studente tornerà a casa. Ecco: l'ambiente che trova è fondamentale per aiutarlo a compiere i propri lavori, adempiere agli impegni che ha. Per prima cosa, fate in modo che la scrivania dove i vostri bambini svolgono i compiti sia ben illuminata (luci tonalità blu) e ordinata: studiare in una stanza caotica è un fattore di deconcentrazione. Ovviamente non si può tenere per ore e ore la testa china sui libri: alternare lo studio con delle pause, anche musicali, è fondamentale. Sempre, ma in particolar modo all'inizio, l'ascolto dei brani preferiti rappresenta un modo piacevole per raggiungere uno stato di concentrazione ottimale. Ma sempre tenendo conto che il tempo passa, e che con l'autunno le giornate sono più corte e fa subito buio, spronate i pargoli a studiare con la luce del sole. Tutte accortezze che non valgono per i cosiddetti “secchioni”: “Loro non hanno bisogno di particolari consigli. Sono autonomi nello studio, riescono a trovare gratificazione nelle attività scolastiche e i risultati positivi li incoraggiano a migliorare. Se, invece, i vostri bambini o adolescenti sono meno portati all'apprendimento, allora l'impegno scolastico, l'autonomia nello studio e la possibilità di migliorare le proprie prestazioni, non possono essere affidati ad una serie di prescrizioni degli adulti. Queste richieste, infatti, nella maggior parte dei casi vengono disattese o risultano, comunque, inefficaci. Un processo di responsabilizzazione richiede sensibilità e attenzioni da parte di tutti gli attori di un progetto educativo: genitori, adolescenti e insegnanti”, dice Francesco Dell'Oro, responsabile del Servizio Orientamento Scolastico del Comune di Milano. Ma come far prendere coscienza ai bambini? “La famiglia, soprattutto, dovrebbero essere i compagni di viaggio più qualificati per accompagnare i figli nel percorso scolastico e adolescenziale. Hanno il dovere di dare loro direzione, trasmettere la propria esperienza, valori e regole, ma con la consapevolezza che questo messaggio non raggiunge gli adolescenti quando è eccessivamente direttivo, infarcito di giudizi, insistente e sistematico. L'invito ad una efficace organizzazione nello studio può produrre cambiamenti e risultati solo se le nuove generazioni si sentono apprezzate e stimate. Devono avere la sensazione di poter contare sui loro genitori, ma in una situazione non giudicante. E' questa la condizione che può garantire l'avvio, la ripresa e, poi, il consolidamento di un processo di responsabilizzazione nello studio”, suggerisce l'esperto, autore di «Cercasi scuola disperatamente. Orientamento scolastico e dintorni» (Urra, pp. 210, € 13).