The Last of Us, il survival game in stile Hollywood in esclusiva per Ps3
Longevo, riflessivo, divertente, impegnativo, duro, adatto a un pubblico maturo e mai banale.
Il videogioco, ormai lo sanno tutti, è entrato di prepotenza nelle case, imponendosi non più come semplice strumento d'intrattenimento, ma come nuovo figlio dell'industria culturale. Ci sono diversi titoli a disposizione del pubblico, alcuni storici, altri fantascientifici ed altri ancora profondi, da vivere, che appassionano come un bel libro e che tengono incollati alla poltrona come se si stesse guardando un film mozzafiato. The Last of Us fa proprio parte di quest'ultima categoria, è una vera e propria perla nel grande oceano dei giochi per console (in esclusiva su Sony PlayStation 3), è un'incredibile esperienza che stimola le emozioni e fa letteralmente vivere al giocatore l'azione che si svolge sullo schermo, coinvolgendolo in tutto e per tutto. La storia che offre il sensazionale prodotto di Naughty Dog ha una sceneggiatura articolata, composta in maniera matura ed eccezionale, una trama degna del miglior colossal, in grado di miscelare elementi diversi per formare un composto riassumibile in una parola sola: indimenticabile. Esaminiamo da vicino la realtà in cui il gioco prende vita: un parassita ignoto ha infestato il mondo e il genere umano si trova sull'orlo dell'estinzione. La realtà come tutti la conoscono è stata letteralmente sconvolta, il paese è diviso tra infetti e persone costrette a sopravvivere sotto il pugno dell'esercito, che stermina senza pietà tutti coloro che anche solo vengono colti oltre i confini delle zone di quarantena o al di fuori del coprifuoco. L'unica speranza sembra essere un gruppo chiamato le Luci, che si battono con scarsi risultati per riportare il mondo agli antichi splendori. In questo disastro globale l'attenzione della storia cade su Joel ed Ellie, due personalità profondamente opposte sia nel vissuto (Ellie è nata dopo l' epidemia, Joel prima), che nel carattere. I due nonostante queste differenze si trovano loro malgrado ad affrontare un viaggio che li condurrà attraverso un mondo abbandonato e ormai a pezzi, dove la brutalità e la violenza sono armi necessarie per arrivare a un qualsiasi scopo. L'umanità è caduta troppo in basso, tutto sembra essere perduto e vige la legge del più forte, ma nonostante questo la violenza e gli atti molto crudi che i ragazzi di Naughty Dog propongono non vengono mai perdonati o giustificati da chi li osserva da fuori, portando il giocatore a compiere un'analisi su se stessi, facendolo riflettere su come avrebbe agito se fosse stato all'interno della storia. Questo nuovo tipo di narrativa, unito a un altissimo tasso di empatia e a una trama davvero trascinante, portano chi gioca il titolo a provare un'esperienza nuova, mai offerta prima nella dimensione ludica. Ogni volta che si attraverserà un edificio, ogni nemico abbattuto, ogni piccolezza, come l'imparare a fischiare o la lettura di una barzelletta da parte della piccola Ellie, porta a una profonda soddisfazione unita alla consapevolezza di non essere mai realmente al sicuro, lasciando sempre il giocatore in una situazione di grande suspense e sofferenza intellettiva. Il rapporto tra i due personaggi principali, che sono continuamente protagonisti di battute e battibecchi, evolverà sempre di più presentando un aspetto umano che farebbe commuovere anche il giocatore più "duro". The Last of Us non è un gioco facile e propone un ottimo livello di sfida e proprio da questo si vede l'ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori che sono riusciti a trasmettere quel senso di impotenza e tensione che caratterizza il mondo circostante, con qualche sussulto sulla sedia ma garantendo del genuino stupore nel partecipare o assistere a quello che succede sullo schermo. Solo l'intelligenza artificiale si comporta in maniera a volte insolita e rappresenta l'elemento meno rifinito della produzione. I protagonisti spesso incontrano alcuni compagni che li seguono per un tratto dell'avventura e quindi in diverse sezioni si va avanti in tre oppure in quattro persone. In questi frangenti l'intelligenza artificiale sembra ignorare i movimenti dei propri compagni: ad esempio, Joel si muove in maniera assolutamente silenziosa per non essere scoperto mentre i comprimari emettono suoni, corrono da una copertura all'altra o entrano nella linea visiva dei nemici che li ignorano. Tutta l'azione silenziosa sembra essere concentrata infatti solo sul protagonista principale, e se la maggior parte delle volte la cosa non dà fastidio perché magari i comprimari restano fermi alle spalle e ingaggiano lo scontro solo quando si è scoperti, in diverse occasioni invece il comportamento risulta essere poco razionale. Di grande pregio sono le ronde degli avversari, che coprono davvero tutta la mappa di gioco e il loro muoversi di continuo quando c'è uno scontro a fuoco. I difetti dell'intelligenza artificiale per fortuna vanno in secondo piano grazie a tutto il resto del gioco, che raggiunge vette di eccellenza da qualsiasi direzione lo si guardi: storia, narrazione e gameplay si uniscono a meraviglia e vanno a braccetto con il livello di sfida proposto. Dei tre livelli di difficoltà inizialmente disponibili solo quello Facile permette la mira assistita, mentre in quello Sopravvissuto, che si sblocca dopo aver terminato una prima volta il gioco, non è possibile nemmeno abilitare la modalità "Ascolto" che permette di individuare gli avversari più vicini grazie al rumore dei loro passi, e neppure utilizzare gli integratori che permettono di migliorare le abilità di Joel. Per tutti i livelli di difficoltà è invece possibile raccogliere dei materiali da utilizzare presso appositi banchi da lavoro per ottimizzare le prestazioni delle armi. The Last of Us è un gioco di sopravvivenza iper-realistico, proprio per questo le munizioni sono limitate e Joel deve raccogliere le risorse direttamente sul campo per creare kit medici, molotov, coltelli e altro ancora. Una volta recuperati materiali come alcol, forbici o bende, si possono creare oggetti in tempo reale. Nel processo di combinazione degli "ingredienti" però il rischio di essere attaccati aumenta, poiché è richiesto qualche secondo di tempo per portare a termine l'operazione. Sul campo di gioco poi si raccolgono armi come pistole, revolver, fucili da caccia e a canne mozze, un arco e altre ancora, senza sfociare nell'esagerazione con bazooka o armi di distruzione di massa. Joel può raccogliere anche un vasto campionario di armi contundenti, perché il titolo vuole dimostrare con forza di essere ambientato in un mondo duro, adulto e crudo e questo si riflette anche nei combattimenti. Il gioco è estremamente violento, ma mai gratuito. Joel è un egoista che si trova spesso a fare scelte difficili, vede gente suicidarsi, uccide a sangue freddo anche soltanto per aver intuito un pericolo, ma tutto questo fa parte del copione, proprio come accade in grandiose opere cinematograsfiche come il magnifico The Road o la serie televisiva The Walking Dead. Nel corso dell'avventura si affronteranno umani ma anche persone contagiate e a seconda dello stadio dell'infezione i nemici hanno caratteristiche e debolezze differenti. Questo aspetto alimenta sempre di più la tensione lasciando chi gioca con l'interrogativo di chi si troverà davanti e come dovrà muoversi per sopravvivere. Dal punto di vista tecnico il prodotto spreme fino all'osso il potenziale della PlayStation 3 portando sullo schermo qualcosa di davvero eccellente. Tutto ciò che compare sulla tv spicca per il livello di realismo raggiunto dagli studios californiani nella rappresentazione digitale di un mondo sconvolto da un'apocalisse e reso irriconoscibile dal brutale intervento di un risanamento forzoso compiuto dai sopravvissuti per ricavarsi uno spazio vitale nel cuore delle metropoli americane dominate dagli infetti, ma anche nei sobborghi abbandonati e nei rifugi di fortuna creati nelle zone più impensabili. Dalla definizione delle texture che mappano le superfici degli edifici, alla vegetazione, dall'illuminazione ambientale alle animazioni dei personaggi, alle scene in cinematica e nelle “normali” sessioni di gameplay, tutto sembra dare l'impressione che ci si trovi nella più vera delle realtà. Quello di The Last of Us è un mondo lercio e consumato, roso dal tempo e dalla ruggine e proprio per questo sporchi e inquietantri sono i suoni che lo attraversano. Non era facile interpretare musicalmente il peso esistenziale, il senso di solitudine e questo grande vuoto che l'epidemia ha lasciato negli animi delle persone. Nel desolato ambiente di gioco vibrano i suoni acustici della soundtrack, presente e viva, leggera ma d'impatto. I riff di una chitarra le cui corde vengono lasciate libere di vibrare e il violino distorto sembrano essere la colonna sonora di un mondo distrutto e senza speranza. Oltre all'impasto musicale è proprio tutto il fronte sonoro che esalta. Le campionature dei rumori ambientali sono limpide, l'interpretazione in lingua italiana degli attori è una delle migliori mai ascoltate prima d'ora in un videogioco e offre un risultato espressivo, coinvolgente ed emozionante. La modalità online del titolo si presenta un po' più sottotono rispetto all'avventura principale: all'inizio sarà possibile scegliere da quale parte stare (Luci oppure gruppi di sopravvivenza) e verrà affidata la cura di un clan che si ingrandirà sempre di più raccogliendo provviste dai nemici e durante le partite. Lo scandire del tempo sarà importante per tenere in vita il clan, dove trascorrerà un giorno completata ogni partita online. Più grande diventerà il clan, più accessori si sbloccheranno per personalizzare il proprio alter ego, con un editor soddisfacente ma non eccelso. Interessante quanto squilibrata è l'idea di inserire delle missioni specifiche da completare entro pochi giorni per far sopravvivere al clan a eventi dannosi (come dover uccidere un certo numero di nemici entro un numero di match per scampare a un'epidemia di qualche tipo). L'ignorare queste missioni costerà molte vite della comunità. Le modalità di gioco online sono solo due: deathmatch e sopravvivenza. Il primo tipo è abbastanza classico, dove le due squadre hanno un limitato numero di rientri, mentre nella seconda tipologia i giocatori dovranno uccidere gli avversari senza possibilità di rinascere. Tirando le somme, si può senz'ombra di dubbio affermare che The Last of Us è uno dei migliori videogame prodotti nella storia. I contenuti forti e maturi ne fanno un prodotto esclusivamente diretto ad un pubblico adulto, ma chiunque si troverà ad accompagnare i protagonisti verso il loro lungo viaggio, vivrà delle emozioni davvero uniche e incredibili. GIUDIZIO GLOBALE: GRAFICA: 9,8 SONORO: 9,8 GAMEPLAY: 9,8 LONGEVITA': 9,5 VOTO FINALE: 9,8