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Radici culturali e natura: il segreto del vino de “La Regola”

Stefano LIburdi
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Territorio, natura e uomo che si fondono per dar vita a un unico progetto. Questo è il modo di intendere il vino per la famiglia Nuti che agli inizi del '900 acquistò un piccolo appezzamento di terra in località “La Regola” in Toscana, nel comune di Riparbella nella Val di Cecina. Nel 1990, prima Luca Nuti e poi anche il fratello Flavio, decidono di trasformare la piccola produzione di vino ad uso familiare in un'azienda vinicola strutturata. Vengono così impiantati nuovi vigneti e commercializzate le bottiglie. La filosofia non cambia: produrre un eccellente vino nel completo rispetto della natura, rafforzando quelle che sono le proprie radici culturali attraverso arte e iniziative, perché spiega Flavio, “per valorizzare il vino occorre valorizzare il territorio dove il vino nasce”. L'azienda vinicola “Podere La Regola”, si trova a 5 chilometri dal mare. I suoi 20 ettari di vigneto sono divisi tra la pianura e la collina, in quella terra tra olivi, vigneti e cipressi tanto decantata da Giosuè Carducci nei versi dedicati alla sua amata Bolgheri, che da lì dista solo qualche decina di chilometri. Su queste terre sono state rinvenute numerose anfore vinarie appartenenti agli etruschi che qui avevano stabilito un insediamento risalente al VII secolo A.C. Il legame con l'antico popolo è testimoniato anche dal logo scelto da “La Regola”, una stella con dietro il sole, che ha ripreso un loro simbolo. Il terreno, coltivato interamente con il metodo dell'agricoltura biologica, è costituito da sabbie plioceniche ricche di fossili, argille e minerali, elementi che, uniti all'ottimo clima, consentono di ottenere vini, sia bianchi che rossi, fini ma di struttura e notevole persistenza. In effetti, degustando il vino, si ha la sensazione di ritrovare le caratteristiche del territorio come il sole, il mare e le colline che dolcemente fanno da sfondo al paesaggio. I vitigni coltivati sono sia autoctoni che internazionali tra cui spicca il Gros Manseng dello Spumante brut, primo in Italia con tale uvaggio. Altro vitigno importante è quello del Cabernet Franc che costituisce l'uvaggio del vino bandiera dell'azienda da cui prede il nome: “La Regola”. Questo vino, che non sfigura affatto nel confronto con il “vicino” Sassicaia, con l'annata del 2015 ha ricevuto i tre bicchieri del Gambero Rosso. Tra i bianchi, a testimoniare che in Toscana non si producono solo grandi rossi, merita la citazione il “Lauro”, composto di uva Viogner con una percentuale variabile di Chardonnay. Ogni sua degustazione lascia la bocca “pulita” che aiuta il sorso successivo.

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