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Pasta primo amore

Paolo Zappitelli
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Tutti pazzi per la pasta al sugo. Che sia al pomodoro o al ragù è questo il piatto che resta nel cuore di noi italiani. È quello che ci ricorda l'infanzia, i nostri primi approcci al cibo, il pranzo preparato dalla nonna o dalla mamma, la domenica o quando tornavamo da scuola. Insomma un po' come la madeleine di Proust la pastasciutta al sugo è quella che apre le infinite strade della nostra memoria. È il risultato di una ricerca che Aidepi, l'Associazione delle Industrie del dolce e della pasta italiane, ha commissionato alla Doxa per scoprire qual è il primo che più ci resta nel cuore. E per uno su due è proprio la pasta al sugo anche se le preferenze sono divise a metà: al Nord trionfa il ragù, da sempre legato a una tradizione più nordica, a partire dall'Emilia Romagna, mentre al Sud è il pomodoro a farla da padrone, magari a crudo con un po' di basilico. Questi però sono due piatti che affascinano maggiormente gli over 65. I millennials invece preferiscono la carbonara mentre la fascia di età tra i 25 e i 40 anni va pazza per le classiche lasagne. Andando avanti si scopre che il primo ricordo della pasta è intrecciato con la sfera degli affetti primari, quelli della famiglia. Il 73% la associa infatti a un momento di normale quotidianità, in casa, mentre il 16% evoca il pranzo della domenica, quando ci troviamo riuniti attorno al tavolo. E 8 italiani su 10 associano il primo ricordo di pasta ai genitori (62%) e ai nonni (18%). Ma spaghetti, penne e fusilli rappresentano soprattutto il «cibo» adatto per il nostro cervello. I ricercatori dell Tufts University del Massachussets hanno infatti rilevato che una dieta ricca di carboidrati ha un impatto positivo sulla memoria e la concentrazione. Il principale «combustibile» per il nostro cervello viene infatti dai carboidrati ed è per questo che una dieta a base di pasta, cibo ricco di amidi, gli consente di funzionare al meglio e di produrre energia per le cellule nervose. E poi un bel piatto di pastasciutta ci mette di buonumore. Questo perché è un alimento ricco di triptofano, un amminoacido essenziale che produce serotonina, un neurotrasmettitore ad azione antidepressiva. Ma il piacere di mangiare qualcosa sta anche nella sua preparazione. E mentre c'è chi racconta che la sua prima pasta l'ha proprio realizzata con le sue mani, pasticciando e impastando, due italiani su tre (il 65%) l'hanno cucinata per la prima volta da bimbi (soprattutto le donne e nel Centro Italia) o adolescenti (specie al Nord). Tra gli over 55 si registra invece la più elevata percentuale di quanti hanno iniziato a cucinarla in età adulta. Tra gli errori di inesperienza, in cima alla lista la quantità di sale nell'acqua (troppo o troppo poco), o sul tempo di cottura. Ma per chi è stata preparata la prima volta? Soprattutto per se stessi (47%, con punte del 66% tra i maschi e gli under 25) o per la famiglia (42%, con punte del 60% tra le donne e gli over 65). Solo 1 su 10 ha tentato per la prima volta questo esperimento per gli amici o per il fidanzato.

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