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La mozzarella di bufala? I gourmet la mangiano così

Paolo Zappitelli
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E' stata la protagonista della due giorni a Paestum "Le strade della mozzarella" appena finita. Ed è stata "coccolata", "interpretata" e valorizzata dai migliori chef a livello mondiale che a lei hanno dedicato i loro piatti. Ma quando andiamo a comprare una vera mozzarella di bufala campana, quella che porta il marchio del Consorzio, sappiamo davvero come mangiarla e gustarla al meglio? I consigli che danno esperti e produttori sono pochi ma vanno seguiti alla lettera per poter assaporare un prodotto che esalti tutte le sue qualità. Innanzitutto bisogna sapere che una mozzarella freschissima, appena uscita dalle mani del produttore, ha caratteristiche diverse da una che è stata confezionata il giorno prima. Entrambi sono ottime ma la prima, essendo stata meno tempo nel suo liquido di governo, è meno salata e in bocca la pasta è più elastica, quasi "gommosa". L'accortezza è di non metterla assolutamente in frigo ma lasciarla a temperatura ambiente nella sua acqua. Stessa accortezza anche se si mangia il giorno dopo, sapendo che sarà leggermente più salata proprio perché è rimasta a contatto con il liquido di governo. Se vogliamo mangiarla dopo qualche giorno dall'acquisto è invece meglio conservarla in frigo. Ma anche in questo caso prima di mangiarla va lasciata a temperatura ambiente per almeno un'ora. Oppure la confezione va immersa nell'acqua calda per circa 10 minuti. Attenzione anche alle "pezzature" della mozzarelle. Gli esperti consigliano quelle più grandi, da 600 a 800 grammi, rispetto ai bocconcini. Questo perché si può degustare meglio la parte interna più morbida e cremosa. L'ultima cosa da sapere è la zona di provenienza: la mozzarella di bufala campana viene prodotta nelle province di Salerno e Caserta, in una piccola zona della Puglia e in una piccola parte del sud del Lazio.

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