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Spiedini di scorpione e carbonara con formiche, ecco il novel food che ci aspetta

Daniela Cursi
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Tra poco più di dieci anni gli spiedini di scorpione saranno il simbolo dello street food. Moda gastronomica già attiva in Cina, il cuoco osserva rigorosamente la freschezza del prodotto infilzando lo scorpione ancora vivo e friggendolo davanti al cliente. E noi potremo gustarceli passeggiando per Trastevere alla ricerca di uno dei ristoranti citati nella "Guida del Punteruolo Rosso", tanto per essere in tema. Seduti a tavola, ci accoglieranno con delle formiche tostate - sembra che abbiano il sapore delle noccioline - e ci verseranno del vino di serpente vietnamita, lasciandoci la bottiglia contenente il corpo del rettile. Opteremo per una zuppa di bachi da seta, o per un tacos di larve di vespa. A seguire, fritto misto di tarantole, cavallette e grilli, o in alternativa un'insalata di locuste croccanti su letto di insalata verde. Concluderemo con un dessert: crème brûlée con miele e api (non miele di api, ma miele e api). Questo è il "novel food" che ci aspetta: un appellativo esotico che porta a ritenere già superato il formaggio di vermi sardo. D'altronde il rapporto FAO testimonia che gli insetti siano ipernutrienti e, oltretutto, facilmente reperibili. Sembra che allevarli sia ecosostenibile e garantirebbe a sfamare il pianeta che, secondo le previsioni, tra soli 13 anni non riuscirà ad alimentare i suoi 9 miliardi di abitanti. Esistono attualmente 1.900 specie di insetti commestibili, quindi largo all'entomofagia che garantisce un sano apporto di proteine, fibre, colesterolo buono, vitamine e minerali. Il 2030 è vicino e qualche chef sta già pensando di rivisitare alcuni piatti tradizionali testando la carbonara di formiche e l'amatriciana di grilli. E se dovesse cadere una mosca sul piatto, si mangerà anche quella. E non andrà sul conto.

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