scandali a corte
Tutte le corna reali portate con dignità
L’attitudine ai vizi d’alcova arroventa le teste coronate, intiepidisce reputazioni e genera crepe nella solidità del trono. Se ai tempi di Enrico VIII erano ammesse corna e orge, con eventuale decapitazione di una moglie sgradita, oggi principi e re rischiano grosso. Il regno stesso, ove lo scandalo sia insanabile. Quello che ha travolto il principe Andrea, duca di York e secondogenito della regina Elisabetta, non scipperà la corona a sua maestà, ma è destinato ad eliminare il principe cinquantanovenne dalle foto ufficiali. Troppo amico di Jeffrey Epstein, morto suicida dopo essere stato accusato di gestire una cerchia di schiave del sesso minorenni. Troppo incalzato dall’ex ancella Virginia Roberts, che ha denunciato (a quasi venti anni dagli eventi) di essere stata costretta a fare l’amore con il duca tre volte, quando aveva solo 17 anni. «Andrea il mandrillo», come veniva chiamato ai tempi della sua florida giovinezza, è stato costretto a dimettersi dalla vita pubblica, rinunciando alle 249.000 sterline annuali che costituiscono il suo appannaggio. E non è ancora finita, perché l’FBI pensa che lui sappia i termini dei festini organizzati dall’amico americano. Tale padre, tale figlio, verrebbe da dire. Il duca di Edimburgo ha sempre avuto fama di tombeur de femmes. Sei amanti ufficiali (compreso un amore sincero per Alexandra Hamilton, cugina della moglie regina) e tutti quei pettegolezzi sull’occhietto fatto alle cameriere di Buckingam Palace non hanno prodotto conseguenze fatali per la tenuta della dinastia Windsor-Mountbatten. Sebbene fosse noto che Filippo non riuscisse proprio ad essere fedele. Vale la pena aggiungere un dato: la regina ha portato le corna e la corona con analoga dignità. L’annus horribilis di re Carlo XVI Gustavo, 73 anni, attuale sovrano di Svezia, è stato il 2010 quando tre giornalisti hanno dato alle stampe una biografia pruriginosa del monarca. La reputazione di Carlo Gustavo, fino ad allora, risultava immacolata. Faccione e occhi azzurri, una moglie bella e dura come cemento, il re di Svezia rilasciava l’immagine di un funzionario statale devoto (e annoiato) davanti agli obblighi imposti dal Protocollo. Senonché il libro che s’intitolava «Il re riluttante» lo descriveva come amante e fan sfegatato dei festini a luci rosse. Le informazioni fornite ai sudditi svedesi erano frutto di uno studio «entomologico». Carlo Gustavo fin dal 1972 (anno in cui aveva conosciuto Silvia Sommerlath, futura moglie) e per i successivi venti anni, avrebbe partecipato a feste a luci rosse in un noto locale di Stoccolma. Parties che sarebbero iniziati con la cena, proseguiti con il ballo, poi con lo streaptease ed infine con «l’ammazzacaffé» a letto. Si raccontava che al re piacesse immergersi in una vasca Jacuzzi ed ospitare, all’interno, giovani donne di età non superiore ai ventuno anni. Lo scandalo non generò querele e divise il popolo svedese indeciso se chiedere l’abdicazione del sovrano o perdonargli le scappatelle giovanili e non. Vinse la querelle la seconda fazione ma alla prima uscita pubblica la regina non indossò la fede nuziale. Segno eloquente che a palazzo dovevano essere volati i piatti d’argento. Non è andata meglio a Juan Carlos di Borbone, ex re di Spagna. Un pezzo d’uomo provvisto di allure di personalità. A tradirlo, in quel caso, fu un ex ufficiale dell’Esercito, tale Amadeo Martinez Ingles, che pubblicò un volume nel quale si conteggiavano gli affari di cuore del monarca, sposato da cinquantacinque anni con Sofia di Grecia. Gli vennero attribuite cinquemila amanti, 2154 solo nel 1994. Juan Carlos venne descritto come uno sciupafemmine di lungo corso, che avrebbe provato a sedurre perfino lady Diana durante una vacanza trascorsa con i principi di Galles. Per la cronaca, la principessa non rispose alle sue avances. «È affascinante ma troppo, troppo pressante», spiegò agli amici. Il Belgio non è stato immune al chiacchiericcio esplosivo. Se re Baldovino e la moglie Fabiola erano due mezzi santi, la biografia di Paola, «l’italienne» sposata col fratello del sovrano Alberto, portò a galla i peccati occultati del principe. Veniva riferito, fra le pagine intrise di zucchero e cianuro, che Alberto dal 1966 conducesse vita separata dalla moglie che trovava «isterica». Proprio in quell’anno l’aristocratico avrebbe allacciato una lunga relazione con una nobildonna dalla quale sarebbe nata una figlia illegittima, Delphine Boel che ancora oggi chiede (senza fortuna per ora) il confronto genetico con il presunto padre. Nel Principato di Monaco la bomba è esplosa in via trasversale nel 1996. Daniel Ducruet, ex guardia del corpo e fresco sposo della principessina Stephanie (terzogenita di Grace e Ranieri) venne fotografato e filmato durante un appuntamento galante con la spogliarellista Fili Houteman, ai bordi di una piscina di Cap de Villefranche. Un complotto ordito dal fidanzato dalla signorina. Ducruet fu spedito fuori dalla famiglia principesca senza passare dal via.