fiori d'arancio

Il diablo e l'acqua santa: Piero Pelù sposa la direttrice d'orchestra

Francesco Fredella

Piero Pelù sposa la sua regina di cuori. Finalmente, l'ex frontman dei Litfiba ha deciso di mettere la testa a posto. Sposerà Gianna Fratta, direttrice d'orchestra. Foggiana d'origine. Qualche giorno fa la super coppia ha accettato l'invito di esibirsi in occasione del prestigioso premio Argos Hippium (fondato da Lino Campagna). Lei al piano, lui a cantare. El diablo, però, non ha voluto sbilanciarsi più di tanto. A condurre la serata c'era Alberto Matano (volto del Tg1 in corsa per La vita in diretta). Anche lui, incuriosito dal gossip, ha cercato di indagare. Alla fine poche e sporadiche risposte dai diretti interessati. Che non smentiscono. Ma a confermare il sì ci sono le pubblicazioni ufficiali affisse all'albo pretorio del comune di Foggia (dove la Fratta è residente).  Sembra, però, che le nozze saranno celebrate a Firenze. Entro la fine dell'anno (il matrimonio potrà essere celebrato dal 12° giorno della data di pubblicazione -27 giugno in questo caso - entro il 180°). Per adesso top secret la data. Pelù ha tre figlie, nate da due precedenti relazioni, ed è diventato nonno recentemente. La relazione con la direttrice d'orchestra foggiana è rimasta segreta fino a poco tempo fa. Lui venne avvistato al teatro di Pisa in prima fila per il Rigoletto. Tutto vero. Lo fece per amore. Un rocker come lui, dal cuore tenero, non poteva perdere la direzione d'orchestra della sua Gianna. I beninformati, ci dicono che i due si sono conosciuti al mare in Calabria per diverse strane coincidenze che hanno a che fare con la musica. Gianna è abbastanza fuori dagli schemi: un po’ come Piero Perlù, che non ha bisogno di altre presentazioni. Tutti conoscono il suo spirito ribelle. A primo acchito sembrerebbero molto diversi: uno è il diablo, l'altra è l'acqua santa. Ma la musica parla lo stesso linguaggio. Come quello dell'amore. In questi giorni stanno stringendo con le unghie e con i denti la propria privacy. Bye bye fotografi e giornalisti: i diretti interessati non ne vogliono nemmeno sentire parlare. --