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La paladina della sinistra radical chic nei guai per molestie

Asia Argento

Il contrappasso dell'eroina che attaccò Brizzi. Sky in imbarazzo per X Factor ma non la sospende subito come con Di Canio

Gian Marco Chiocci
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Certi di scandalizzare perbenisti e bacchettoni radical chic cominciamo col dire che non si può non concordare col grande Vittorio Feltri: la cosa più sconvolgente dell'ultimo scandalo sessuale per vip, mezze star e quaquaraquattori non sono tanto le molestie dell'assatanata paladina della sinistra Asia Argento all'attore americano (all'epoca minorenne) Jimmy Bennet. Quanto la reazione terrorizzata del giovanotto che a un passo dalla maggiore età s'è spaventato della «passera» nemmeno stesse guardando un film horror del genitore della molestatrice personale. Nell'accordo risarcitorio da 380mila dollari teso a rianimare il ragazzo in depressione per lo scontro erotico in un hotel californiano, lo stesso (che aveva già recitato in un film con Asia quando di anni ne aveva appena 7) entra in particolari pecorecci e movimentati. E nero su bianco – riporta il New York Times - rivela di esser rimasto “sgomento”, “disgustato”, “fortemente traumatizzato” dall'irruenza di chi diverrà poi una delle leader del #MeToo, il movimento delle donne accusatrici del produttore presunto «porcellone» Harvey Weinstein, che per inciso ebbe una storia d'amore durata 5 anni proprio con quella Argento che dopo 20 gliene dirà di tutti i colori. Stupisce poi, ma fino a un certo punto conoscendo l'elegante signora, che la paladina delle femmine maltrattate, firmataria d'ogni sorta d'appello, indipendentemente dalla fondatezza delle accuse abbia continuato a dare il peggio di sé proprio mentre gli avvocati concordavano sul da farsi dopo una richiesta iniziale di 3 milioni di dollari avanzata dalla vittima a fronte di un «profondo disagio emotivo». Un po' di basso profilo le avrebbe giovato, un minimo di precauzione le avrebbe evitato figuracce planetarie e rivolte nella rete a proposito dello «stupro consensuale» col produttore denunciato fuori tempo massimo. E invece la gentildonna d'altri tempi se n'è fregata, ha inveito contro il mondo, dall'ex amato Weinstein, appunto, all'odiato Salvini. Essendo garantisti con tutti, lo siamo anche con la Giovanna d'Arco del cinema italiano, la pulzella che ha pagato per tacitare il suo accusatore. Lo siamo perché non sappiamo – alla fine – se effettivamente la Argento molestò il minorenne dopo averlo fatto bere perché come insegna il caso del regista Brizzi (linciato ovviamente da Asia e poi scagionato dai magistrati) su certe questioni è bene procedere in punta di piedi. Una cosa, però, la sappiamo: che d'ora in poi l'attrice dovrà smetterla di farci la morale sul sesso a fini di copione, tema che l'ha resa finalmente una celebrità in quel di Hollywood dopo una carriera non esaltante e un gossip inquietante lontano dal set. Attendiamo chiarimenti definitivi senza pretendere la gogna a prescindere. E siamo curiosi di vedere come si comporteranno con lei, neo contrattualizzata con X Factor (programma preferito dai ragazzi dell'età del povero Jimmy) quegli stessi vertici di Sky che sospesero seduta stante Paolo Di Canio per il Duce tatuato sul braccio. Attendiamo infine un qualche tweet di solidarietà al disgraziato pischello da parte di quella meravigliosa macchina da guerra che nei giorni caldissimi del caso Weinstein fece fuoco e fiamme contro potenziali porci, italiani e stranieri, e contro chi osasse sollevare perplessità sulle tardive rivelazioni della nostra eroina. Con Asia e il minore siamo al contrappasso definitivo di un mondo carico d'odio, lontanissimo da noi, che ha disinformato e rovinato intellettualmente, culturalmente, questo stramaledetto paese: quello dei fighetti democratici, della stampa omologata, del moralismo veltronista in tv, dei salotti neo femministi, degli ipocriti con la puzza sotto al naso, dell'io sono io e voi non siete un cazzo. Chiediamo a questo mondo «de sinistra» che nulla twitta e nessuna distanza prende da Asia Argento di battere un colpo. E come scrisse Saviano, nel celebre appello anti Salvini condiviso e rilanciato dall'attrice presunta molestatrice, domandiamo: «Dove siete? Perché vi nascondete? Scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber: oggi il silenzio è un lusso che non possiamo permetterci». Già, perché chi tace dopo aver cavalcato le macchine del fango, rovinato le persone, lanciato sospetti e linciato sospettati, non solo acconsente. Fa schifo.

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