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Onestàdio

I 5 stelle nella maxi-retata per corruzione. C'è l'uomo di Grillo, il capogruppo Ferrara. Nelle carte spuntano altri. La Raggi trema

Gian Marco Chiocci
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Cara Virginia, facciamo un gioco. Facciamo che per un giorno torni grillina, consigliera comunale d'attacco come ai bei tempi, cane da guardia delle malefatte della casta e dei palazzinari, indefessa fustigatrice dei costumi della partitocrazia bla bla bla. E immagina che anziché tu sulla poltrona più alta del Campidoglio sieda uno qualunque degli altri partiti. Utilizziamo uno slang a te caro, quello diretto, della rete, del parlamento da aprire come una scatoletta di tonno. A parti invertite, dunque, cosa diresti nelle dirette Facebook sul capogruppo del principale partito di maggioranza finito nei guai con accuse gravissime per lo stadio giallorosso? E del mediatore spedito a Roma dal capo supremo di quel sindaco che ha trattato (ballano 100mila euro) col signore del cemento selvaggio che deturpa e violenta l'oasi verde di Tor di Valle? Lo attaccheresti dicendo che dopo aver aiutato sindaco e palazzinaro poi è stato promosso ai vertici dell'azienda più importante della città, confermando l'intreccio perverso fra partiti e municipalizzate? Chiederesti lumi sul ruolo oscuro, opaco, inquietante dei due neoministri in carica i cui nomi sono finiti nelle intercettazioni dello squalo che cementifica i sogni dei cittadini liberi? E su quell'assessore municipale del partito del sindaco che si prestava all'indegno mercimonio prostituendo il suo ruolo di servitore dello stato a favore della lobby del cemento? Non prenderesti subito le difese dei poveri tifosi della Roma illusi da una banda di speculatori pronti a sacrificare i valori dello sport sull'altare del dio denaro? E quante lodi tesseresti del pm senza macchia e senza paura che ha rimarcato come lo schifo di Stadiopoli è cominciato proprio con l'arrivo a Roma di chi oggi comanda? Organizzeresti una fiaccolata della legalità a piazzale Clodio contro il presidente dell'ordine degli avvocati, trombato dagli elettori del sindaco e recuperato dai soliti amici (del sindaco), asservito ai desiderata del blocco di potere che allunga i suoi tentacoli sull'amministrazione della giustizia? Hai pensato a un girotondo sotto il Marco Aurelio? A un flash mob intorno al cavallo della Rai di regime accusata di non dare copertura allo scandalo della città del malaffare e delle mafie? E soprattutto, in nome dell'onestà, della casa di vetro, della trasparenza, della diversità, chiederesti le dimissioni del sindaco? Lo faresti vero? Rispondi sincera Virginia che il gioco è finito. Torniamo seri, e tu torna sindaca: che fai, ti cacci?

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