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Arrivano i mostri

Dalla relazione dei servizi segreti ai sacerdoti del buonismo all'italiana

Gian Marco Chiocci
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Concentrati nel dire banalità cariche di retorica, i sacerdoti del buonismo all'italiana avranno certamente ignorato i contenuti della relazione annuale dei nostri servizi segreti. Il dossier è un puzzle con varie tessere, del tipo che il nostro Paese è ancora a rischio jihadismo, con un ribollire di radicalizzazione sia domestica, attraverso il web, sia nel sottobosco dei centri islamici di preghiera molti dei quali abusivi,approdo di violentissimi imam che predicano odio. Gli sbarchi diminuiti (per ora) dalla Libia, sono altresì aumentati da Tunisia e Algeria, e avvengono per di più sotto costa, e dunque difficili da intercettare, con quel che ne consegue per i terroristi dell'Isis ormai domiciliati in Nord Africa per la traversata su Lampedusa con gommoni poi recuperati dalle Ong. Gli stessi sacerdoti del politicamente corretto non avranno fatto caso alla tessera del puzzle riferita all'estremismo politico nostrano. Se a destra si paventa il rischio di episodi di violenza per la saldatura tra certi messaggi oltranzisti e la disperazione dei cittadini che vivono in quartieri degradati invasi da immigrati senza fissa dimora, a sinistra il rischio non c'è. C'è la certezza assoluta di un iper attivismo dei bombaroli anarco-insurrezionalisti e dei teppisti dei centri sociali anche sul tema dell'accoglienza che quel coacervo di sfigati e figli di papà vorrebbe libera e bella. Dopo gli anni delle porte aperte ideologiche, del multiculturalismo e dell'illusione dell'integrazione senza regole, l'Italia si ritrova così meno sicura e con un'impennata di rischi. Applausi scroscianti alle Boldrini, alle Bonino, ai Grasso, ai Renzi e a tutto il generone progressista che sabato sfilerà a Roma con rifugiati, clandestini, partigiani e black bloc a caccia di un voto pacifista, antifascista, non razzista. Un buonismo peloso che nei fatti, più delle chiacchiere, sta portando a quotidiane violenze e impunità (la Meloni aggredita a Livorno, un carabiniere pestato a Piacenza, ieri un militante palermitano di Forza Nuova picchiato a sangue dopo esser stato legato mani e piedi da una sporca dozzina di zecche). Gli italiani perbene son talmente disgustati che a lor signori, quelli che soffiano sul fuoco per un voto in più, vorrebbero urlarglielo in faccia il loro biasimo. Lo faranno certamente il 4 marzo. Noi, per non esacerbare i toni, lo facciamo più sommessamente oggi sposando a bassa voce il pensiero di George Bernard Shaw perché talvolta «il silenzio è la più perfetta espressione del disprezzo».

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