Tra il serio e il ridicolo
Al peggio non c’è FiniC'è la Boldrini
Certi lavoretti saranno anche sgradevoli ma qualcuno dovrà pur farli. Specie quando il risultato conferma le intuizioni. L’altro ieri, dopo che per tutto il giorno la paladina del web pulito, Laura Boldrini, aveva taciuto sull’indegno fotomontaggio dei social che ritraeva Salvini ostaggio delle Br, abbiamo pensato di realizzarne un altro noi, sostituendo il soggetto: il presidente della Camera imbavagliato al posto del leader della Lega sullo sfondo di una bandiera a cinque punte. Vuoi vedere, ci siamo detti, che almeno così la Boldrini rinsavisce? Vuoi scommettere che dopo aver mandato poliziotti a chi la molestava sul web, finalmente prende atto della violenza che colpisce anche il nemico comune mortale e si scusa con l’interessato? Macché. Verso pranzo, gonfia di indignazione, il presidente della Camera ce ne dice di tutti i colori, evocando addirittura rigurgiti terroristici. E tra le righe fa quello che avrebbe dovuto fare 24 ore prima e che non avrebbe mai fatto se la prima pagina del Tempo non le avesse mandato di traverso il cappuccino: “I messaggi minacciosi io li condanno sempre”. A cominciare, aggiunge misericordiosa, anche da chi le è «politicamente lontanissimo». Con questo fotomontaggio ci siamo turati il naso e sporcati le mani con un prevedibile rammarico: dopo questo bailamme, secondo la legge del pensiero unico boldriniano, vedrai che rimarrà nella memoria la “mostruosa” prima pagina del Tempo e non la mostruosa ipocrisia di figure che dovrebbero essere alte e non piccine così. Un Presidente della Camera dalla doppia morale, tanto fazioso quanto lontano dai cittadini, facciamo fatica a ricordarlo. La Boldrini è riuscita a farci rimpiangere il suo predecessore. E detto da noi che con Montecarlo l’abbiamo mandato definitivamente in pensione, fa un certo effetto. Al peggio non c’è mai Fini, c’è Lei.