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Centrodestra batti un colpo

Gian Marco Chiocci
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Per l'ennesima volta ci permettiamo di chiedere che fine abbia fatto, di grazia, il centrodestra. O meglio, che intenzioni abbiano lorsignori. Renzi sabato ha presentato una legge di bilancio in uno show più slogan che numeri e ancora non sappiamo tante cose. Tipo come, in concreto, verrà sostituita Equitalia (a detta di molti si è cancellata solo la parola ma il discorso riscossioni potrebbe anche peggiorare). Per ora abbiamo visto qualche luce, ad esempio sui pensionati, la promessa di abbassamento dell'Ires, e molte ombre. Il referendum si avvicina e allora scatta il cannone dei bonus. Quello della «gratitudine» ai comuni che ospitano gli immigrati (5oo euro una tantum per ogni accolto) è un saggio di incoscienza. L'inganno della paghetta che soffoca i pericoli portati da un'accoglienza illimitata sul piano culturale, della sicurezza, e della diffusione di malattie. Per esempio, può valere 500 euro il rischio che, magari tra un po', dovremmo cominciare a controllare nei nostri enti locali se si celebrano matrimoni clandestini con delle bambine? E c'è anche la conferma del ridicolo bonus dei 500 euro ai 18 enni, quasi come se bastasse comprarsi qualche libro attraverso un'app per creare gli anticorpi ai mali che affliggono una generazione, dal bullismo, alla droga, alla mancanza di opportunità. Man mano che i giorni passano, notiamo che la politica economica del governo si illumina solo ai faretti delle tv e i flash dei fotografi, perché poi, il percorso, è molto nuvoloso. Pesa il ricorso al deficit che ci rende osservati particolari dell'Europa a rischio procedura infrazione; pesano le cifre sulla crescita smentite dall'ufficio parlamentare di bilancio. Per questo siamo preoccupati. E vorremmo vedere un centrodestra almeno ora unito nel segno dell'urgenza e della proposta alternativa, in grado di immunizzare il suo elettorato dalle strizzatine d'occhio finte liberali di Renzi. E quindi basta con l'accapiglio sul chi è «più noista» e chi meno, basta sospetti, colpi bassi e radiografie continue sui nuovi arrivati. Basta fare il tifo per D'Alema. Basta brunettate a getto continuo, come l'ultima di voler decidere il format con cui essere intervistato a Politics. Non ci serve il Commedione di Belli prestato alla politica, ma qualcosa di serio. E sarebbe utile vederne il germoglio, possibilmente, prima del 4 dicembre.

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