
Fare Impresa 2025 all'Università LUMSA storie di AI e sostenibilità: il dualismo Usa-Cina, il neocolonialismo digitale e il maggiordomo di Batman

Intelligenza artificiale e sostenibilità: questi i temi della nona edizione di Fare impresa in Italia, l’annuale convegno su imprenditoria e sostenibilità organizzato e promosso dall’Università LUMSA in collaborazione con LUMSA ALUMNI Network (LAN).
Nel workshop che ha aperto i lavori, organizzato dall’associazione studentesca Jemsa, gli studenti si sono confrontati con Pasquale Viscanti, co-founder di IA Spiegata Semplice, su come “Creare valore con l’intelligenza artificiale”.
“Fino a qualche mese fa, negli Stati Uniti, si lavorava all'intelligenza artificiale che ormai è entrata nelle nostre vite, da quella di Google a quella di Meta, perfettamente integrata in Instagram, Whatsapp e Facebook, e ovviamente anche OpenAI con ChatGPT”, spiega Viscanti- “Poi la Cina ha fatto sentire la sua voce, creando delle AI che diventano delle vere e proprie rivali, dando vita a un dualismo Usa-Cina: una su tutte, DeepSeek. In Europa si stanno muovendo dei passi importanti, con la Commissione Europea che vuole stanziare fondi per far nascere un vero e proprio ecosistema alternativo a questo dualismo. In Italia viviamo in un contesto in cui l'AI si produce e si sviluppa; un ecosistema che conta ormai centinaia di aziende che stanno creando delle valide soluzioni: non le ChatGPT di turno, ma imprese più piccole e molto utili soprattutto per le nostre PMI“.
Nel successivo panel, dedicato alle “Storie di imprenditorialità e startup”, Chiara Cavallo (co-founder di Alfred), dialogando con Valentina Righetti, (founder Your personal trainer), Emanuele Bianconi (co-founder SQUP) e Claudio Vaccaro (general partner Kobo Ventures), ha approfondito il tema dell’IA applicata alle tecnologie per il supporto dei lavoratori. “Alfred è una startup che ha sviluppato una soluzione per la gestione e ottimizzazione delle scadenze dei prodotti alimentari nei supermercati e negozi del settore” racconta Cavallo- “La nostra tecnologia registra e segnala in modo mirato i prodotti in scadenza, permettendone un recupero che ha un triplice impatto positivo e di sostenibilità: economico, ambientale e sul lavoro umano. Alfred prende il nome dal personaggio di Batman, che è molto più di un maggiordomo ma è a tutti gli effetti una spalla per l’eroe, perché la tecnologia per noi deve avere esattamente questo ruolo: supportare il lavoro delle persone e non sostituirle. Si parla tanto di tech e intelligenza artificiale, ma l’innovazione davvero sostenibile è quella che migliora l’esperienza di chi la sta utilizzando”.
“L’intelligenza artificiale, e nel complesso l’intera rivoluzione digitale, ha il potenziale di creare un mondo migliore, in cui possa esserci una spinta ad affrontare i grandi problemi e anche una spinta verso una maggiore uguaglianza” - queste le parole di Tiziana Catarci, presidente Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale, partecipando alla tavola rotonda "Intelligenza artificiale e Sostenibilità", che ha proseguito: “Purtroppo questo, adesso, non sta succedendo, anche a causa di questa congiuntura politica, economica e sociale. Ho trovato molto interessanti le parole di Papa Francesco nella nota Antico et Nova, un’analisi lucida su questo aspetto, che ci si aspetterebbe più da una persona di scienza. Il Papa sostiene che, invece di andare verso il miglioramento, le disuguaglianze sembrano aumentare a tutti i livelli: tra gli Stati, tra gruppi di individui e tra singoli individui. Questo perché assistiamo a un avanzamento tecnologico solo in alcuni Stati, che stanno iniziando a sviluppare una sorta di neocolonialismo digitale, per cui gli Stati meno avanzati vengono considerati produttori di materie prime e di lavoro a basso costo”.
Poi c'è la differenza tra gruppi di persone a seconda della provenienza, dell'istruzione, e della capacità di governare il nuovo mondo del digitale. Quindi il digital divide aumenta, aumentano anche i pregiudizi, le discriminazioni, e i bias nei dati prodotti dagli esseri umani, che sono quelli utilizzati per addestrare gli algoritmi. Così, invece di valorizzare la diversità si ha un mondo sempre più omologato”.
Al dibattito hanno preso parte anche Giovanni Battista Dagnino, direttore del LUMSA International Research Center for Artificial Intelligence Management (LICAIM), Giacinto Fiore, co-founder IA Spiegata Semplice – AI Week, Shalini Kurapati, CEO ClearBox AI, fr. Riccardo Lufrani, O.P., docente di Teologia, Università LUMSA, Maurizio Naldi, professore ordinario di Computer Science, Università LUMSA, Domenico Nesci, CEO e co-founder Deep Ocean Capital SGR.
Filippo Giordano, professore ordinario di Economia aziendale all’Università LUMSA e ideatore di Fare impresa in Italia: “Fare Impresa in Italia, che arriva quest’anno alla sua nona edizione, è l’evento dell’Università LUMSA attraverso il quale riusciamo a raccontare ai nostri studenti l’imprenditorialità come stile di vita. Le storie delle imprese che abbiamo raccontato negli anni, dalle grandi aziende alle startup, sono diverse tra loro ma accomunate da una stessa visione, dalla tenacia nei successi così come nelle sconfitte e dal desiderio di raggiungere determinati obiettivi”.
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