
Barrio esce lunedì 24 marzo

La nuova rivista letteraria diretta da Boris Sollazzo con le illustrazioni di Roberto Recchioni
Roberto Recchioni è il prototipo dell'artista e intellettuale moderno. Puoi trovarlo in un progetto sperimentale come nel mainstream senza tradire se stesso, può intervistare Paolo Sorrentino come avere successo con Shin Nosferatu, graphic novel (quasi) muto e geniale. Ora è uno dei protagonisti della nuova avventura Barrio, rivista libro diretta da Boris Sollazzo ed edita da Bibliotheka che sarà nelle librerie dal 24 marzo a 15 euro (e verrà presentata a LottoUnico a Roma il 4 aprile), con una copertina disegnata da Recchioni.
Cos'è Barrio e perché hai abbracciato questo progetto?
In termini semplici, Barrio è una nuova rivista letteraria. Ma visto che le cose raramente sono semplici, Barrio è qualcosa di diverso dalla canonica rivista letteraria. Parte dall’idea di fare una domanda ma di non dare un risposta. Lascia che le risposte, plurime, arrivino da chi ha qualcosa da dire sull’argomento. E mi è parsa subito un’idea intelligente, molto in linea con la mia visione del mondo. Per questo, quando Boris me l’ha chiesto, sono salito subito a bordo del progetto in veste di copertinista, contributor e amichevole consigliere artistico.
Abbiamo letto in anteprima le tue tavole e visto la cover. E abbiamo letto il tuo ultimo bellissimo Shin Nosferatu. Ci sembra che si parlino, o sbagliamo?
Assolutamente sì. Ma, in genere, le mie cose si parlano sempre se nate nello stesso periodo. Tutto quello che faccio è quasi sempre collegato in qualche maniera, che sia una visione artistica o politica. Portare avanti un discorso trasversale che si muova attraverso linguaggi diversi è una delle cose che amo di più.
Queste figure femminili che racconti combattono per essere fuori da ogni stereotipo. Ma senza l'ossessione attuale del politicamente corretto o sbagliamo?
Io credo che “l’ossessiona attuale del politicamente corretto” sia, piuttosto, “l’ossessione attuale del vedere un’ossessione attuale del politicamente corretto”.
Dopo 10 anni di Dylan Dog stai spaziando in vari campi dell'arte e della letteratura. Dal cinema, hai girato il corto Carne fredda nel 2022, a Barrio cosa ti riserva il futuro?
In realtà l’hi sempre fatto, tra fumetti, romanzi, critica, illustrazioni, musica, videogiochi e cinema. Semplicemente, per dieci anni Dylan ha preso una parte consistente del mio tempo e ho potuto fare di meno. Oggi ho più modo di dedicarmi in maniera più consistente a tutto quanto. Nel futuro, oltre alle “solite cose”, conto di aumentare il mio impegno nel cinema e nella televisione, come giocatore attivo e non osservatore esterno. E poi sti scrivendo un libro per Einaudi.
Giulietta è Romeo? si chiede la rivista. Qual è la tua risposta?
Giulietta (ma anche Romeo) è quello che le pare.
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