Alla Casa di Alice si parla di disturbi dell'alimentazione e della nutrizione

Si svolgerà martedì 18 marzo, alle ore 10, all’interno della Casa di Alice, presso il Centro di Salute Mentale di Via Colautti 30 a Monteverde, un incontro promosso dal personale della struttura e rivolto a medici, associazioni, pazienti e alle loro famiglie, per favorire la cura dei soggetti fragili affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Aperta da due anni, la Casa di Alice, ambulatorio specialistico della ASL Roma 3 per la cura del DNA e delle patologie correlate, accoglie pazienti di età compresa tra 10 e 45 anni, provenienti da tutti e quattro i distretti della ASL Roma 3. Solo nel 2024 ha effettuato quasi 200 valutazioni, oltre 300 da quando la struttura è attiva. L’incidenza del DNA stimata sul territorio di competenza dell’azienda è dello 0,05. Il 53% dei casi (divisi equamente tra minori e adulti) sono stati presi in carico a livello ambulatoriale e quasi il 20% è stato ricoverato nelle strutture specializzate convenzionate.
“Il 91% dei pazienti comprende ragazze o donne che soffrono di anoressia nervosa (37%), bulimia nervosa (20%), disturbo alimentazione incontrollata (10%), e nel resto dei casi di disturbi alimentari non altrimenti specificati. La fascia maggiormente colpita (60%) ha un’età compresa tra 18 e 25 anni, per la metà dei pazienti l’età si abbassa (15 e 17 anni), e addirittura il 10% ha un’età compresa tra 7 e 14 anni. L’allarme è dato sicuramente dall’ultimo dato che mostra un ulteriore abbassamento dell’età di esordio dei sintomi. Una volta diagnosticata la malattia, è importante prendere in carico prima possibile il paziente, perché fino al compimento dei 30 anni è più facile lavorare sul problema, con una remissione dei sintomi più rapida, rispetto a chi entra in cura tardivamente. In tutti i casi, e specialmente per i minori, risulta fondamentale coinvolgere la famiglia”, spiega Roberta Trincas, psicologa della ASL Roma 3. 
“L’incontro che abbiamo scelto di promuovere ha lo scopo di sensibilizzare tutti i professionisti del territorio che possono avere contatto diretto con l’utenza in questione e soprattutto di creare una competenza di rete utile a contenere l’insorgenza di condizioni patologiche e a favorire la diagnosi prima dell’aggravarsi dei sintomi. Occorre un lavoro sinergico che passa attraverso medici di base, scuole, associazioni e quelle strutture che possono entrare in contatto con chiunque mostri anche solo i primi sintomi”, conclude Trincas.
L'iniziativa si svolge in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare.