Comunicare il vino: pericoli, errori ed etichette inclusive. L'evento alla Camera
Sono diversi gli argomenti, a cominciare dal contrasto all’italian sounding ed alla contraffazione di prodotti nazionali, quelli che sono stati affrontati in occasione della tavola rotonda “Comunicare il vino: pericoli, errori ed etichette inclusive”, presso la sala Tatarella della Camera dei deputati, promossa su iniziativa del deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, presidente del Comitato permanente sul commercio internazionale, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Cenacoli. All’evento hanno partecipato il vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, il deputato di FdI e membro della commissione Agricoltura di Montecitorio, Marco Cerreto, il fondatore di Oscarwine e Ceo di Cenacoli, Livio Buffo, il produttore Pietro Monti, dell’Azienda agricola Roccasanta ed il professore Massimo Ciccozzi, ordinario di epidemiologia e statistica medica. “Nella relazione annuale dei servizi segreti, depositata in Parlamento e stilata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica italiana, la contraffazione delle produzioni agroalimentari made in Italy è stata descritta come una minaccia alla sicurezza nazionale”, le osservazioni di Di Giuseppe, secondo cui l’agroalimentare “è diventato un obiettivo della criminalità per fare cassa. Ho avviato sul tema un’interlocuzione con il nostro ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, per promuovere iniziative concrete di contrasto a questa problematica. All’interno della mia circoscrizione elettorale, quella nord americana, avvierò con la nuova amministrazione statunitense dei tavoli per fare in modo di proteggere i nostri prodotti e mettere un freno a quelli che sfruttano l’italian sounding”.
Un’altra questione sul tavolo riguarda il via libera, da parte dell’Unione europea all’Irlanda, ad inserire, seguendo il modello dei pacchetti di sigarette, avvisi sanitari allarmistici sulle etichette di vino, birra e superalcolici. “Dobbiamo sempre tenere alta la guardia rispetto alle norme che possono arrivare dall’Europa - ha sottolineato Centinaio, già ministro per le Politiche agricole -. Nei prossimi anni, il mercato del vino potrebbe essere condizionato non solo dai gusti dei consumatori, ma anche da guerre commerciali con i Paesi importatori extra-Ue. Non possiamo permetterci di subire anche gli attacchi di Bruxelles e delle altre capitali europee. Il tentativo di estendere l’applicazione di etichette allarmistiche va fermato sul nascere, come tutte le altre iniziative che nulla hanno a che vedere con la tutela della salute e la corretta informazione dei consumatori, ma che rappresentano solo il tentativo di penalizzare uno dei nostri prodotti di punta, per qualità e quantità”. Dal canto suo, Buffo ha presentato un progetto di comunicazione per non vedenti, affinché le etichette di vino siano davvero alla portata di tutti: “Abbiamo pensato di inserire sull’etichetta frontale delle bottiglie di vino un Qr code - ha spiegato -, segnalato anche da una scritta in carattere braille, che attiva sugli smartphone un racconto in audio sulla vinificazione del prodotto, le sue caratteristiche organolettiche e i possibili abbinamenti. Attualmente, sulle retro-etichette delle bottiglie compaiono dei Qr code che rimandano a semplici informazioni testuali sugli ingredienti, nutrizionali e ambientali. L'aggiunta dell'audio è il superamento di un'ulteriore barriera, per fornire informazioni tecniche e suggerimenti al consumatore. L’etichetta - ha rilevato ancora il fondatore di Oscarwine - rappresenta un Dioniso bendato; la fascia è volutamente trasparente e si intravedono gli occhi per indicare che nonostante l’impedimento, è possibile vedere”.
Pietro Monti, titolare dell’Azienda agricola Roccasanta e produttore non vedente, tra i primi in Italia ad usare il braille, ha sposato sin dall’inizio il progetto di Cenacoli: “Sulle mie etichette c’è il nome della cantina in braille, in modo che tutti abbiano gli strumenti per riconoscerla - ha detto -. Anche il Qr code è importante, perché con le moderne tecnologie i non vedenti possono attingere ad una serie di informazioni. Ritengo questo aspetto molto importante per l'inclusività e per facilitare le persone con disabilità. Inoltre, comunichiamo al consumatore che anche una persona cieca può essere titolare di un'azienda agricola, essere un enologo e fare del buon vino: non è un dettaglio da poco, perché potrebbe ispirare persone non vedenti a intraprendere questa strada lavorativa”. Ciccozzi ha evidenziato come Il consumo di vino “potrebbe aumentare, se non fatto in maniera moderata, il rischio di sviluppare alcune patologie. Ma parliamo - ha aggiunto - di consumo non moderato. L’87% del vino è acqua, la parte restante è materia alcolica associata a vitamine, antiossidanti: parliamo di un consumo possibile, se fatto con moderazione e intelligenza. Se proprio dobbiamo mettere degli avvisi sanitari, facciamolo su certe merendine ipocaloriche, su bevande ultrazuccherate, su alcuni tipi di carne pieni di antibiotici e sui pesci che ormai sono pieni di microplastiche. Per non parlare, poi, dei prodotti contraffatti, situazione che ritroviamo nel vino. I nemici della salute li conosciamo, attacchiamo quelli, non demonizziamo quando non serve”. Cerreto, infine, non ha dubbi: “Nell'etichetta di una bottiglia di vino è racchiusa la declinazione del concetto di qualità e, rispetto a quel concetto, il vino si presenta al consumatore con tutta la sua potenzialità. Grazie a informazioni come le indicazioni geografiche e le denominazioni, una bottiglia di vino diventa un prodotto irripetibile - ha concluso il parlamentare -, autenticamente italiano, che racconta non solo la storia di un imprenditore vitivinicolo, di una cantina, ma anche l'identità, il concetto e l’evoluzione del territorio votato alla produzione di quel vino”.