mostra a roma
Oltre il femminicidio, storie di donne sopravvissute alla violenza
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È stata presentata a Roma, nello spazio Esperienza Europa - David Sassoli di piazza Venezia, la mostra fotografica di Stefania Prandi « Rinate - Oltre il femminicidio», un progetto dell’associazione REA-ReAgire alla Violenza in collaborazione con Fondazione Vodafone, Fondazione Media Literacy e l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia. Un evento che ha visto la partecipazione della vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno; di Lina Gàlvez Munoz, membro della commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere del Parlamento Europeo; di Silvia Belloni, Presidente REA-ReAgire alla Violenza; di Lucia Zaietta, segretaria generale della Fondazione Vodafone; di Lidia Gattini della Fondazione Media Literacy e di Stefania Prandi, fotografa. Toccanti le testimonianze di Azadeh e dei giovani reporter della rete di scuole coinvolte nel progetto. A moderare l’incontro è stata la giornalista Flavia Fratello.
A introdurre l’evento è stato Carlo Corazza, rappresentante in Italia del Parlamento Europeo: «Si tratta di un progetto importante, già andato in tante scuole. Parla di quattro donne sopravvissute alla violenza, alla vigilia della giornata internazionale sulla violenza contro le donne», ha affermato. «Il 31.5% ha subito nella propria vita, in Italia, atti di violenza, la stragrande maggioranza dei quali da parte di partner ed ex partner. Sono dati Istat. Così come due terzi degli stupri avviene da partner o ex partner», ha aggiunto Corazza.
Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha sottolineato come «tutti i giorni ci occupiamo dei diritti di tutte e di tutti per dare un significato pieno a quella parola così bella che e ’democrazià. Non ci può essere democrazia, nè Stato di diritto, senza la piena affermazione di diritti, in particolare delle donne». «La violenza sulle donne, purtroppo, rappresenta una questione antica che si alimenta di una mentalità secondo cui le donne sono inferiori agli uomini, e sono quindi a loro disposizione» - ha proseguito Picierno -, «ed è grazie a questa mentalità che il senso di possesso si trasforma in violenza. Senza ragione, solo per il fatto che dall’altra parte c’è una donna. Basti pensare che, in Europa, ogni 6 ore una donna è vittima di violenza da parte di uomini: una strage quotidiana. Questi numeri, queste storie, parlano di ognuna di noi che direttamente o indirettamente abbiamo avuto esperienza di quella violenza», ha concluso.
« Rinate - Oltre il femminicidio» racconta, attraverso la tecnica del fotogiornalismo collaborativo, la storia di quattro donne sopravvissute: Azadeh, Beatrice, Laura, Marina. Attraverso i loro ritratti, le foto di oggetti e le loro parole, prende forma il racconto dei meccanismi della violenza maschile ed esplora le domande che ancora agitano il dibattito intorno ai femminicidi. Silvia Belloni, presidente di Rea, ha spiegato l’importanza del progetto, «un’occasione per dialogare con i giovani, trasmettendo messaggi innovativi sulla prevenzione della violenza contro le donne attraverso canali moderni».
Belloni ha sottolineato come «questo confronto ci ha permesso non solo di portare nuove idee, ma anche di scoprire risorse nascoste e di creare alleanze preziose, coinvolgendo anche i giovani uomini». Un progetto che «ha fatto luce su problematiche reali: in alcuni casi, giovani donne hanno trovato il coraggio di condividere esperienze personali difficili, che altrimenti sarebbero rimaste in silenzio». L’esposizione ha rappresentato anche l’evento conclusivo e di presentazione dei risultati di un progetto rivolto alle scuole, durante il quale le protagoniste degli scatti hanno dialogato con oltre 500 ragazzi e ragazze portando la propria testimonianza e raccontando il proprio vissuto ai più giovani. «La violenza di genere è un fenomeno drammatico e strutturale che richiede un impegno collettivo e un’alleanza tra istituzioni, terzo settore, aziende, cittadine e cittadini», ha invece affermato Lucia Zaietta, segretaria generale di Fondazione Vodafone. «Come Fondazione Vodafone» - continua Zaietta -, «abbiamo sempre sostenuto e dimostrato che la tecnologia può rappresentare un valido strumento per aiutare le persone, mettendo in campo progetti sviluppati con la collaborazione di istituzioni e associazioni per dare informazione e supporto immediato alle donne che vivono situazioni a rischio».
Nel corso degli incontri nelle scuole è stata realizzata un’indagine, grazie a questionari e interviste tenuti dai giovani reporter che fanno parte della rete delle redazioni scolastiche della Fondazione Media Literacy. Le redazioni radiofoniche hanno inoltre realizzato podcast e articoli di giornale per sensibilizzare sul tema della violenza di genere. Lidia Gattini, segretaria generale della Fondazione Media Literacy, ha sottolineato come «l’educazione al rispetto e ai sentimenti possa trovare terreno fertile proprio nell’età in cui nascono le prime passioni, le relazioni sentimentali». «Partendo dalla mostra Rinate che ha fatto tappa in 10 scuole secondarie di primo e secondo grado tra Calabria, Puglia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia e dall’incontro con le esperte e le testimoni vittima di violenza sono nate domande, a volte questioni spinose, che le studentesse e gli studenti hanno raccontato attraverso articoli, podcast e interviste» - ha concluso -, «Il loro sguardo attento e partecipe ci ha accompagnato in questo indispensabile e urgente viaggio». Proiettato anche un video realizzato dagli studenti: «chiedo aiuto e non aver paura di allontanarti da chi ti fa stare male», hanno affermato i ragazzi.