Pietrarsa, dai binari all'industria. E oggi museo dei treni
È qui che nasce la prima linea ferroviaria d’Italia, poi diventa opificio meccanico e, oggi, un museo con migliaia di visitatori l’anno. Pietrarsa, con i suggestivi paesaggi che si affacciano sul Golfo di Napoli, è un luogo denso di storia. A raccontarlo, per la prima volta in tutte le sue sfaccettature, è il volume di Fondazione Fs Italiane «Pietr’Arsa da officina a museo ferroviario» edito da Rubbettino. Una raccolta di documenti, immagini e testimonianze finora rintracciate sul tema e presentate dal direttore generale della Fondazione Fs Luigi Cantamessa e dal curatore del libro Stefano Maggi, professore ordinario di Storia contemporanea al dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell’Università di Siena. Il 3 ottobre del 1839, proprio in quest’area, venne inaugurata la prima ferrovia d’Italia che, con i suoi 7,2 chilometri, collegava Napoli a Granatello di Portici. Sempre qui, nel 1840, fu fondato dal re Ferdinando II di Borbone il Reale opificio meccanico e pirotecnico, che divenne la più grande industria del Regno delle Due Sicilie e una delle più importanti dopo l’unificazione nazionale. Poi, dopo 135 anni, inizia la storia del museo e della sua più attuale rinascita.
Il libro si articola in tre sezioni: Pietrarsa com’era, Pietrarsa diventa museo Fs, Pietrarsa rinasce, ciascuna delle quali ripercorre un periodo storico riguardante rispettivamente i 135 anni di vita dell’officina, il primo allestimento del museo e il recente rilancio completato dalla Fondazione Fs, che ha dato nuova vita e nuovi orizzonti culturali all’intero complesso. Nei primi anni lo stabilimento, gestito dai militari, divenne la più grande industria del Regno delle Due Sicilie, ma anche del Regno d’Italia nei primi anni dopo il marzo 1861, a seguito dell’unificazione nazionale. La sua fama si diffuse ben oltre i confini del Meridione e fin dal periodo iniziale l’opificio di Pietrarsa fu oggetto di visite illustri, dallo zar di Russia Nicola I a papa Pio IX. Le officine nei loro 135 anni di vita, dal 1840 al 1975, diventano così oggetto di un’attenta ricostruzione. Questa parte, che si potrebbe definire come la vita della produzione, è seguita da una meticolosa analisi dei successivi sviluppi museali, che dal 1989 hanno portato l’antico opificio a diventare Museo nazionale ferroviario, definitivamente rilanciato negli ultimi anni dalla Fondazione Fs Italiane. La parabola delle officine di Pietrarsa è legata inscindibilmente alla storia delle Ferrovie italiane, ma entra a pieno titolo anche nel dibattito fra liberisti e protezionisti, che si sviluppò nel primo decennio di vita del nuovo regno unitario, quando l’adozione delle basse tariffe doganali del Regno di Sardegna mise in crisi molte fabbriche degli altri Stati preunitari. Pietrarsa entra poi nelle politiche industriali e nelle tematiche del lavoro, con l’organizzazione scientifica nota come taylorismo e le vicende sindacali. È inoltre correlata ai temi del welfare aziendale portato dal Dopolavoro ferroviario e alla complessa storia tecnica delle locomotive. Infine, appartiene alla museologia e all’archeologia industriale, per il rilievo che riveste all’interno di entrambe le discipline.
Il museo oggi non è solo un’attrazione turistica, ma un punto di riferimento per coloro che vogliono conoscere la tradizione ferroviaria italiana. Ogni locomotiva a vapore, diesel o elettrica, e ogni littorina presente a Pietrarsa, perfettamente restaurate, riflettono la progettazione, l’esercizio e lo sviluppo delle ferrovie italiane. Dopo tanto lavoro per il restauro del museo e in seguito al suo successo e all’apprezzamento riscosso da esperti, appassionati e famiglie, oggi Pietrarsa è opera fatta. Per celebrare questa impresa occorreva fare tesoro di tutti i libri, i documenti storici e le guide pubblicate nel corso degli anni, raccogliendo le testimonianze di personaggi della cultura ferroviaria, autori e studiosi per realizzare «Il libro di Pietrarsa». L’opera è disponibile in quattro diverse edizioni incluso l’audiolibro acquistabile sulle più importanti piattaforme di distribuzione online, presso il corner shop del Museo di Pietrarsa e lo shop online della Fondazione FS. Maggiori informazioni sul sito www.fondazionefs.it