Autostrada del Brennero, transizione ecologica: la parola chiave del futuro
La transizione ecologica è una delle parole chiave del futuro. Un paradigma che anche Autostrada del Brennero ha fatto suo, ponendolo alla base di tutti i propri investimenti per i prossimi cinquant’anni. Un piano da oltre 9 miliardi che ha già ottenuto la patente di fattibilità da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e che la Società attende di dispiegare con il rinnovo della concessione per la quale il decreto Infrastrutture, convertito in legge a inizio agosto, ha fissato la gara entro fine anno.
Transizione ecologica per Autobrennero significa costruire una rete capillare di rifornimento per i nuovi vettori energetici: 8 gli impianti di produzione e distribuzione di idrogeno che la Società ha progettato di realizzare dal Brennero a Campogalliano - che si aggiungeranno a quello attivo dal 2014 a Bolzano Sud - e circa un centinaio le colonnine di ricarica ultraveloce che si prefigge di installare entro il 2035. “Non sta a noi imporre la scelta di un veicolo piuttosto che dell’altro, ma possiamo mettere a disposizione della clientela – osserva l’Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero Diego Cattoni – una puntuale rete di stazioni di ricarica elettrica cui, al momento soli in Italia, aggiungiamo i centri di ricarica ad idrogeno verde”.
Transizione ecologica significa realizzare altri 90 chilometri di barriere antirumore per proteggere i territori attraversati, andando a confermare l’attenzione posta contro l’inquinamento acustico con l’utilizzo di asfalto drenante e fonoassorbente. Ma transizione ecologica significa anche immaginare ogni intervento con un occhio di riguardo all’ambiente: dal 2006 tutti i progetti di Autobrennero prevedono l’adozione di un sistema di trattamento delle acque meteoriche. E ogni nuova realizzazione, da quelle in programma per le aree di servizio a quelle sui CSA (Centri per la sicurezza autostradale), sarà pensata in chiave green: la scelta dei materiali, dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento, le coperture, fatte a prato o con pannelli fotovoltaici, ogni dettaglio risponderà a questo imperativo. Aree di sosta così riqualificate ben si sposano con altri progetti che Autobrennero punta a dispiegare su questo fronte : “Vorremmo gestire direttamente le aree di servizio - aggiunge infatti l’AD Cattoni - per farne vetrine turistiche dei territori e dei loro prodotti e, magari, non rappresentare solo un servizio, ma un’attrattiva di per sé”.