vent’anni dalla scomparsa

Gianni Agnelli, in arte l’avvocato: il documentario in onda sabato 21 alle 21:30 su Rai3

La Fiat, la Juventus, il potere degli affari, il rapporto con la politica, ma anche il gusto per la bellezza, i motori, la Ferrari, il culto della vela e dello sci: sono i temi che hanno scandito la vita di Gianni Agnelli, per 50 anni protagonista della vita economica e sociale italiana e non solo. Ma a vent’anni dalla sua scomparsa, il documentario Gianni Agnelli, in arte l’avvocato, prodotto da Marco Durante, per la regia di Emanuele Imbucci, scritto da Stefano Cappellini, Emanuele Imbucci e Dario Sardelli, ripercorre le tappe fondamentali della vita di Agnelli per ricostruire soprattutto il percorso dell’uomo, tra successi e cadute, prima ancora che quella del personaggio pubblico. Un ritratto che riesce a far luce sulla dimensione personale e intima di Gianni Agnelli grazie alle testimonianze originali di familiari, amici, collaboratori, storici, operai e giornalisti. 

Parlano la sorella Maria Sole, la cugina Tiziana Nasi e i nipoti dell’Avvocato: il successore John Elkann racconta tra le altre cose come avvenne il passaggio di consegne, Lapo Elkann mette in fila i suoi ricordi sul nonno e commenta il ruolo della moglie Marella negli equilibri familiari, Ginevra ne ricostruisce il carisma e le traversie seguite alla morte. Andrea Agnelli parla del ruolo della Juve nella costruzione del mito popolare. Ne esce un racconto privato e inedito di una vita densa e ricca – la partecipazione alla seconda guerra mondiale, la dolce vita in Costa azzurra, la presa del comando in azienda, la sfida al terrorismo con la decisione di non andarsene da Torino - senza tralasciare le zone d’ombra, dalle scelte strategiche controverse fino al dolore per le morti premature che hanno toccato la famiglia. Le testimonianze degli operai ricostruiscono anche la durezza dello scontro sociale. La fila interminabile per la camera ardente al Lingotto è il momento in cui si svela plasticamente il ruolo centrale che l’Avvocato ricopriva nell’immaginario nazionale. 

  

Ezio Mauro e Paolo Mieli, che diressero i giornali di cui era editore, raccontano i loro colloqui con l’Avvocato e i passaggi più difficili in azienda; Lina Sotis racconta il fenomeno di costume e la moda degli imitatori. Le passioni dell’Avvocato sono ricostruite dal suo maestro personale di sci al Sestriere, Pietro Marcellin, da Jean Todt, direttore sportivo della Ferrari pluricampione del mondo con Michael Schumacher, da Michel Platini, che per i 70 anni dell’Avvocato gli regalò il Pallone d’oro, dal capitano della Juve Giorgio Chiellini e da Marcello Lippi, allenatore della Juve che vince l'ultima Champions. Aprono il cassetto dei loro ricordi personali anche Giorgio La Malfa, l’editore de LaPresse Marco Durante, la famiglia Caraceni, e due testimonial di rilievo come Marco Tronchetti Provera e il Senatore a vita Renzo Piano.