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Iniziare a investire: valutare bene i rischi

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Quando si decide di iniziare a investire, è molto importante non farsi prendere dall’entusiasmo e mantenere i piedi ben saldi a terra. Nonostante l’apparente semplicità, investire non è per nulla semplice e non è detto che porti a un aumento del capitale. Anzi, i rischi possono causare anche perdite più o meno ingenti.

Questo avviene soprattutto quando ci si improvvisa esperti o si seguono i consigli di chi ne sa poco o nulla, come amici e parenti, ma può capitare anche a chi ha molta esperienza sulle spalle. Chi ha esperienza sa bene che non può esistere profitto senza rischio, ma è anche in grado di effettuare scelte di investimento in grado, da un lato, di contenere i rischi, e, dall’altro, di adattarsi alle proprie possibilità economiche, nonché alla propria resistenza emotiva alle perdite o alle oscillazioni dei mercati.

È per questo motivo che chi si avvicina per la prima volta a questo mondo tanto affascinante quanto complesso dovrebbe evitare il fai da te e mettersi nelle mani di un consulente indipendente o di altri professionisti che possano aiutarlo a definire il suo profilo di rischio e a elaborare un piano di investimento in linea con esso. Ad esempio, a chi ha un profilo di rischio basso, potrebbe venire consigliato di optare per investimenti “sicuri” oppure di sfruttare strumenti come il piano di accumulo, utilizzabile per aumentare poco alla volta la somma investita.

Cosa succede se non si valuta bene il proprio livello di rischio

Conoscere il proprio livello di rischio è di fondamentale importanza per tutti gli investitori, compresi quelli alle prime armi. Saltare questo passaggio può causare notevoli problemi, tanto a livello economico quanto sotto il profilo emotivo, soprattutto quando si effettuano investimenti con livello di rischio troppo elevato.

In particolare, l’investitore che non effettua una valutazione adeguata può:

perdere somme troppo elevate rispetto a quelle che sono le sue possibilità economiche, incorrendo in problemi finanziari più o meno gravi;

subire uno stress emotivo eccessivo, il quale potrebbe spingerlo a prendere decisioni avventate, causando ulteriori perdite o mancati guadagni.

Definire il livello di rischio consente dunque di costruire un portafoglio di investimenti equilibrato e in linea con le proprie possibilità. Questo non porterà necessariamente dei guadagni, ma non causerà nemmeno perdite troppo elevate rispetto a quelle che si è in grado di affrontare.

Qual è il rapporto tra rischi e profitti

Per essere potenzialmente redditizio, un investimento deve necessariamente presentare un certo livello di rischio e, all’aumentare di quest’ultimo, cresce anche il possibile guadagno. Ciò significa che gli investimenti a basso rischio, come i conti deposito o i Titoli di Stato – in particolare quando emessi da Paesi caratterizzati da un’economia molto stabile – offrono un margine di profitto piuttosto contenuto, mentre un investimento ad alto rischio, come potrebbe essere quello che vede la scelta di azioni emesse da una startup, potrebbe portare, nel caso in cui tutto andasse per il verso giusto, entrate più elevate; allo stesso tempo, esistono maggiori possibilità che causi la perdita di parte o di tutto il capitale investito, o che sia sottoposto a maggiori oscillazioni.

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