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Come cambia la ricerca del lavoro

Carlo Scagnoli
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I mesi a cavallo del cambio di anno sono storicamente quelli in cui si verificano le maggiori turbolenze sul piano lavorativo. Nel 2022 infatti, su quasi 2 milioni e 200 mila dimissioni complessive, 529 mila sono state registrate solamente nell’ultimo trimestre (ben 86 mila in più rispetto al quarto trimestre del 2019), cui si aggiungono le oltre 300 mila avvenute nel primo trimestre del 2023, raggiungendo quota 829 mila unità. 

Con l’utilizzo sempre più massiccio dell’IA, e in particolar modo di ChatGPT, stanno cambiando anche gli strumenti a disposizione di chi cerca lavoro e di chi lo offre. 

“Non è un segreto che tecnologie come l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico abbiano rivoluzionato il mondo degli affari nell'ultimo anno, influenzando il modo in cui i datori di lavoro selezionano talenti e i professionisti cercano nuove opportunità lavorative – spiega Amanda Augustine, consulente sulla carriera di CVapp, piattaforma di editor online per la creazione di curriculum vitae – Nel 2024 assisteremo a un crescente numero di recruiter e cercatori di lavoro che sfrutteranno tool basati sull’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e la qualità della loro attività professionale. Grazie a realtà come CVapp, non ci sarà più bisogno di spendere gran parte del proprio tempo ad aggiornare e ottimizzare il proprio curriculum e per assemblare messaggi per i potenziali datori di lavoro: i candidati riusciranno a mettere alla prova le proprie capacità di colloquio per ruoli o aziende specifici e ricevere un feedback quasi istantaneo. Sarà anche più facile per i candidati confrontare le fasce salariali e cercare un pacchetto retributivo più equo”.

L’aggiornamento e il miglioramento delle competenze restano fondamentali, così come la redazione di un curriculum che metta in risalto skill e risultati conseguiti nelle precedenti esperienze lavorative. Al centro il CV: deve colpire, intrigare e spesso farlo in pochi secondi. 

Un ulteriore aspetto sul quale fare particolare attenzione è la preparazione al colloquio, che può essere resa più semplice ricorrendo a strumenti di intelligenza artificiale. Interagendo con le AI infatti si possono ottenere consigli preziosi su come affrontare un colloquio nel migliore dei modi, dalle risposte da dare a domande specifiche. Inoltre, condividendo quante più informazioni possibili sul ruolo e sull’azienda per cui ci si candida, è possibile effettuare una vera e propria simulazione di colloquio con AI. Che può anche suggerire reskilling in linea con il lavoro desiderato.

I consigli per un buon CV: “Le aziende sono inondate di candidature e questa raffica può rendere più difficile far risaltare la propria domanda, soprattutto quando, con ogni probabilità, verranno esaminate dai sistemi di tracciamento dei candidati basati sull'intelligenza artificiale. Per questo – prosegue Augustine, consulente sulla carriera di CVapp - bisogna evitare l’invio di curriculum con layout non convenzionali, attenendosi a un documento che utilizzi intestazioni chiaramente contrassegnate e un linguaggio semplice, includa parole chiave pertinenti che corrispondano alla descrizione del lavoro, evidenzi chiaramente le qualifiche individuali ed eviti caratteri personalizzati o immagini incorporate. Gli strumenti basati sull'intelligenza artificiale, come i chatbot come GenAI, sono uno dei tanti strumenti che chi è in cerca di lavoro può utilizzare per ottimizzare la propria candidatura; tuttavia, è essenziale non fare affidamento esclusivamente su questa tipologia di strumenti per redigere il proprio curriculum vitae. Senza una revisione attenta e una corretta modifica, un curriculum generato dall'intelligenza artificiale potrebbe apparire poco autentico o trascurare alcune importanti pratiche consigliate per la stesura del curriculum”.

Senza dimenticare quindi il lato umano: resta cruciale l’importanza di curare il branding personale su piattaforme come LinkedIn, essenziale non solo per cercare nuove proposte lavorative, ma soprattutto per instaurare connessioni e farsi conoscere. Piccolo trucco: chiedere feedback sulla propria azienda a chi già ci lavora potrebbe essere un ottimo punto di partenza.

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