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Addio a Tavecchio, chi era davvero Carlo. Il ricordo

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di Andrea Pasini
Caro Carlo, in questo giorno così triste per moltissime persone che ti hanno voluto veramente bene e per me che nutro da tempo un sentimento di profonda stima e di grande affetto nei tuoi confronti, voglio ricordare la grande persona che sei stato. 

Carlo Tavecchio è stato un uomo impegnato quotidianamente nel suo lavoro con dedizione, passione e spirito di abnegazione. Innamorato del calcio come dei suoi affetti più cari. Un uomo per bene, cristiano e fermo nel rispetto dei suoi valori. Sin dall’inizio della sua carriera, Carlo ha sempre creduto nei giovani, investendo su di loro, credendo in loro, tutelandoli, coltivandone il potenziale e motivandoli a esprimere al meglio le loro qualità. Dopo essere stato Sindaco di Ponte Lambro (suo paese di nascita) e dopo l’incarico di consigliere del Comitato Regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti, mantenuto dal 1987 al 1992, Carlo ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Lega Nazionale Dilettanti, per poi essere eletto presidente nel 1999.

Ma la sua ascesa, trainata da passione, sacrificio e resilienza, non si esaurisce qui. Durante la sua carriera Carlo è stato consulente del Ministero dell’Economia e delle Finanze prima e del Ministero della Salute poi, e membro effettivo della Commissione per il calcio dilettantistico e giovanile.

Il suo ruolo più importante e quello per cui molti ancora lo conoscono è quello di presidente della FIGC. Negli anni in cui è stato chiamato a gestire il calcio in Italia, Carlo si è sempre dimostrato un uomo pragmatico e lungimirante nelle idee. Un vero visionario. Grazie al suo amore vero per lo sport e al suo atteggiamento concreto ha portato in Italia il VAR, sostenendo questa tecnologia anche a livello internazionale, ha portato Antonio Conte sulla panchina della Nazionale, con un contratto innovativo e pagato in buon parte dagli sponsor, ha provato a scrivere delle norme per la valorizzazione dei giovani italiani nella rosa delle squadre professioniste, ha inventato e provato ad aprire i centri federali, ha introdotto i primi paletti per la sostenibilità finanziaria e i passaggi di proprietà delle squadre professioniste ed è stato un perno importante per la scelta e l’elezione alla UEFA di Alexander Ceferin e alla FIFA  di Gianni Infantino.

A seguito della mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali 2018, Carlo ha avuto il coraggio e l’umiltà di dimettersi dal suo ruolo di presidente, nonostante non avesse alcuna responsabilità in merito e nonostante potesse proseguire alla Presidenza della FIGC. Quando dico che Carlo è stato un uomo di valore, non pronuncio solo parole frutto di un’amicizia lunga parecchi anni. Carlo ha dimostrato nei fatti, e di questo ne è sempre stato fiero, il suo rispetto per il ruolo che ha ricoperto e la sua passione reale e disinteressata per il mondo del calcio.

Lui mi diceva sempre: “Prima di tutto nella vita viene la dignità della persona. Io, la mattina quando mi specchio, voglio sentirmi un uomo pulito e per bene”. Era una frase che mi ripeteva spesso come quando, con la dolcezza di un padre, mi consigliava: “Caro Andrea lotta sempre per quello in cui credi e per raggiungere i tuoi obbiettivi, ma fallo sempre senza prendere scorciatoie. Sii sempre umile e mantieni sempre intatta la tua integrità morale, tenendo sempre alti i valori sani della vita e l’onestà”. 

Nella sua lunga carriera non è mai caduto vittima dei giochi di potere, anzi li ha combattuti. Credo fermamente che qualcuno al CONI oggi dovrebbero farsi un serio esame di coscienza (ammesso che ce l’abbia) e mettersi una mano sulla cuore, pentendosi del modo in cui ha trattato un uomo della levatura morale di Carlo Tavecchio in un momento di debolezza e chi ha orecchie per intendere intenda. Sto parlando di quando, purtroppo, l’Italia non si è qualificata per il mondiale, quando Carlo - con il suo solito spirito puro e onesto - si è dimesso dalla carica di presidente federale. L’unico e solo che in questo paese ha avuto il coraggio di lasciare la presidenza della Federazione sportiva più importante in Italia. In poche parole cedere una poltrona molto prestigiosa prima della scadenza a naturale.

Carlo ha amato il calcio e lavorato per renderlo migliore fino all’ultimo giorno della sua vita. Prima di lasciarci era infatti tornato al suo primo amore, il ruolo di presidente della LND Lombardia. Circondato dai giovani che ha supportato e assistito fin dall’inizio ha ancora una volta dimostrato la sua grandezza, come uomo e come professionista.

Ho avuto la fortuna di conoscere Carlo e di poterlo definire un vero amico. Carlo mi ha accolto nella sua vita e nella sua famiglia come un figlio, offrendomi affetto e insegnandomi grandi valori di vita che ancora oggi porto nel cuore e che mi accompagneranno per sempre.

Carlo, non dimenticherò mai i nostri viaggi in macchina, quando venivo a prenderti alla Stazione Centrale di Milano o i nostri viaggi insieme in treno per Roma. Durante quei tragitti, brevi o lunghi che fossero, avevamo modo di raccontarci e scambiarci idee di cui farò sempre tesoro. Mi vengono ancora in mente i pranzi insieme e quelle cene, da soli io e te. In quei momenti mi raccontavi vicende della tua vita professionale e lo facevi con coscienza per insegnarmi a fare sempre meglio. Quante risate insieme abbiamo condiviso e quanti momenti indimenticabili abbiamo trascorso. Sono ricordi che porterò sempre nel mio cuore.

Sentirò da oggi in poi la tua mancanza ma andrò avanti col sorriso, ringraziando il Signore di avermi donato la fortuna di conoscere una grande persona, un grande uomo quale sei tu, grande amico mio.

Caro Carlo, ti prometto che porterò per sempre vivo il tuo ricordo nel mio cuore, così come i valori sani che mi hai insegnato, il tuo amore per lo sport e per i giovani. Ne farò  tesoro e continuerò a condividere tutto quello che mi hai insegnato con le persone a cui voglio bene.

Ti mando un abbraccio grande caro amico mio, con le lacrime agli occhi e un po’ di tristezza, ma con la grande felicità che ora anche lassù sarai una guida per le persone a te care, che ti hanno sempre voluto bene, proprio come lo sei stato in Terra. Ciao, caro amico mio.

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