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Alessandro Cardia: "Nel cinema con il talento si raggiunge il traguardo ma occorre studiare"

Francesco Fredella

Cinema significa successo, ma anche sacrificio e tanta gavetta. Lo sanno bene i giovani talenti e soprattutto i big. “Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati, diceva Michael Jordan. E lo sa bene Alessandro Cardia della Universal film academy, ormai un porto sicuro per chi vuole fare del cinema la propria vita lavorativa. Con lui abbiamo chiacchierato affrontando i principali temi del momento.

È sufficiente il talento per lavorare sul grande schermo?

"Come disse il grande Michael Jordan “Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati.” Amo questa frase perché la trovo assolutamente veritiera. Il talento da solo non basta. Col talento sicuramente si possono ottenere dei traguardi ma per consolidare il proprio livello sono necessari il duro lavoro, l’impegno e la costanza. Spesso il talento accieca le persone, le fa sentire arrivate. È fondamentale che il talentuoso si rimbocchi le maniche per far si di esser pronto all’incontro con l’opportunità. La fortuna d’altronde premia gli audaci, non i talentuosi".

Per i nuovi attori quanto è importante la gavetta sul campo?

  

"Come in ogni lavoro la gavetta è un valore aggiunto. Sicuramente in tante occasioni si sono verificati casi in cui attori “sconosciuti” abbiano raggiunto la fama dopo il primo film, da subito, senza passare dalla fase di gavetta. Questo è un caso raro, alcune volte succede ma sicuramente non determina la carriera di un attore. Il colpo di fortuna può arrivare da un momento all’altro ma spesso è un fuoco di paglia. La costanza e la determinazione portano ai risultati, per questo ritengo necessaria la gavetta che in ogni caso forma il professionista. Non ottenere tutto subito aiuta a dar il giusto valore a ciò che si affronta e ci porta a rispettare profondamente ogni sforzo che facciamo".

Provini e self tape: i social hanno cambiato l'approccio nel mondo del cinema?

"Sicuramente il mondo è cambiato rispetto a qualche anno fa e continuerà a farlo. A differenza di 30 anni fa , oggi, è molto più facile farsi notare. Questo non significa che sia più facile lavorare nel settore cinema. Apparire e avere follower sono cose diverse dal saper recitare e farne una carriera. Un dato certo è che i giovani di oggi e di domani avranno molto meno imbarazzo davanti alla macchina da presa. Questo porterà sicuramente ad una maggior disinvoltura durante provini e casting. La pratica del self tape in realtà è comoda anche per gli addetti ai casting e non solo per gli attori. È un sistema di provino molto veloce e permette di essere inviato tramite una semplice mail. Si riesce a partecipare a molti provini senza la necessità di spostarsi fisicamente.

Perché si punta ancora sulle Accademie e alle scuole di recitazione e doppiaggio?
"La formazione è importante in ogni campo. Non si può pretendere di preservare la qualità se non si formano nuovi volti. Che sia recitazione o doppiaggio la formazione serve ad introdurre l’allievo all’interno di un settore professionistico. Non esistono solo il set e la sala di incisione, la recitazione e il doppiaggio sono due settori professionali molto complessi. Bisogna conoscerli per poterli comprendere e vivere. Le scuole servono ad insegnare la tecnica e a far conoscere il mestiere. Per vivere questo settore o ci si lavora dentro o si studia in accademie qualificate per poi arrivare a lavorare. Altro aspetto chiave  la forte richiesta del mercato, ci sono sempre più produzioni e la richiesta di nuovi attori così come di nuove voci è molto alta. L’unico modo di avere attori e doppiatori qualificati disponibili per tutte le produzioni è  quello di formarli e prepararli al professionismo".

La tua è una realtà ormai solida: cosa consiglieresti ai giovani?

"Mi sento di consigliare di non abbandonare mai i propri sogni, ma anche di non limitarsi a sognare. Si può realizzare tutto ciò che si vuole e non c’è cosa più bella di vedere i desideri avverarsi, ma alla base di tutto questo ci sono impegno, passione e costanza. Se un giovane ha passione in qualcosa deve alimentarla più che può, in ogni modo, con ogni fonte. Credo che la realizzazione della felicità sia proprio quella di vivere delle proprie passioni".

Roma è ancora la capitale del cinema?

"Roma sarà sempre sinonimo di cinema. La storia parla da se e non si può cambiare. Indubbiamente oggi sono cresciute tante altre città e molte film commission alimentano il cinema in tutta Italia. Poi è chiaro che la maggior parte delle produzioni e dei provini importanti passano da Roma, perciò  vivere la capitale ha una certa importanza proprio perché tutti i più grandi professionisti del settore lavorano a Roma. Proprio per questo, tramite l’accademia, voglio espandere il cinema a tutte le altre città e per farlo componiamo il nostro corpo docenti solo di professionisti ed esperti che ogni giorno lavorano da anni nel cinema e nel doppiaggio della capitale. Roma è un marchio di fabbrica ed è il bacino più grande che abbiamo in Italia da sempre e per far conoscere il vero cinema a tutti gli aspiranti attori, soprattutto quelli che vivono lontano dalla capitale, è necessario portare nelle altre città un programma ricco di esperienza. Mi auguro che il cinema arrivi in tutta Italia e che si passi da “la Capitale del cinema” a “la Nazione del Cinema”.