Così il factoring evita il fallimento di Stato

Tutti ricorderanno il caso di Sergio Bramini, l'imprenditore monzese che ha visto fallire la sua azienda nonostante vantasse quattro milioni di Euro di credito nei confronti dello Stato. Il ritardo con il quale la pubblica amministrazione tende a onorare i suoi debiti verso le PMI è un problema che mette a repentaglio la vita di molte aziende. In Italia nel 2021, secondo il Centro Studi Enti Locali, il 40% dei capoluoghi di regione, 8 su 20, hanno sforato i termini di pagamento previsti dalla legge. Il sud ha ottenuto la maglia nera, con una media di 133 giorni di attesa per i creditori, cinque volte superiore rispetto alle città del nord. Napoli ha registrato il record assoluto, con i suoi 228,12 giorni di ritardo nei pagamenti. Al centro Italia la tempestività è di 40 giorni di attesa, contro i 25,52 del nord.

Eppure esiste uno strumento che in pochi conoscono che aiuta le imprese a riscuotere i propri crediti e non rischiare di fallire a causa dell’insolvenza dei propri debitori, così come è accaduto all’imprenditore di Monza. Attraverso il Factoring, le PMI hanno la possibilità di cedere i propri crediti, esistenti o futuri, a una società terza, il factor, ottenendo subito liquidità e una serie di servizi finanziari aggiuntivi. La cessione del credito prevede una commissione di factoring da versare alla società che subentra come creditrice: Sarà quest’ultima che si interfaccerà con la società debitrice per la riscossione del credito.

  

“Il Factoring è uno strumento finanziario che permette all’azienda di ottenere subito una liquidità di cassa utile a pagare i propri fornitori e proseguire con l’attività d’impresa, evitando di incorrere in sofferenze dovute al ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, sia pubblici sia privati - spiega Pasquale Monaco - Amministratore Vikfrid consulting srl - Il mercato italiano del Factoring è un settore in costante crescita. Nell’ultimo anno è aumentato del 9,7% rispetto al 2020, per un volume d'affari di 250 miliardi e 630 milioni di Euro”

Regolamentato dalla Legge 21 febbraio 1991, n. 52 (Disciplina della cessione dei crediti di impresa), il Factoring è uno strumento utilizzato principalmente dalle società di capitali di medie dimensioni, anche se potenzialmente può essere destinato ad aziende di qualsiasi natura, dalla ditta individuale alla cooperativa. 

“E’ necessario però che il richiedente, cioè l’azienda che cede il proprio credito o il proprio debito, goda, da un punto di vista legale contabile e amministrativo, di buona salute”, spiega Monaco.

Esistono principalmente tre tipologie di Factoring. Nel Facrtoring pro solvendo, l’azienda creditrice cede il suo credito alla società di factoring, restando legalmente responsabile del buon esito del credito. Se il debitore ceduto non adempie ai suoi doveri, l’azienda che ha ceduto il credito dovrà impegnarsi in prima persona a coprire l’ammanco assumendosi il rischio dell'insoluto. 

“Nel Factoring Pro soluto, invece – prosegue Monaco - è la società intermediaria, cioè la società di Factoring, che si assume il rischio di insolvenza del debitore ceduto. La terza tipologia è il Factoring indiretto, anche definito reverse factoring. A differenza delle prime due, è il soggetto debitore a richiedere l’operazione di factoring”.

Il Factoring, quindi, permette all’azienda di avere numerosi vantaggi. Migliora il suo flusso di cassa, la gestione della liquidità, aumenta il potere contrattuale nei confronti dei fornitori, riduce i tempi di riscossione del credito legati all’insolvenza dei debitori. “Ma non solo – precisa Monaco - diminuisce anche il lavoro dedicato ai solleciti di pagamento e alla contabilità delle vendite, di tutto ciò sarà il factor ad occuparsene. Infine si riduce il rischio di richiesta di rientro dalle esposizioni rispetto alle banche e permette di avere cicli produttivi più veloci grazie alla riscossione dei crediti in tempi rapidi. In alcuni casi, specie quando si ha a che fare con le pubbliche amministrazioni, dove le tempistiche di pagamenti sono enormi, il Factoring può rappresentare un’ancora di salvezza”.

Il trattamento dei crediti commerciali verso la pubblica amministrazione è un tema particolarmente spinoso. Il quadro normativo introdotto dall’Autorità bancaria europea modifica i criteri di identificazione del debito per le esposizioni verso enti pubblici rispetto alla normativa nazionale previgente che prevedeva semplificazioni del riconoscimento dello status della pubblica amministrazione la quale, pur presentando ritardi di pagamento, onora sempre i suoi debiti, a volte con somme maggiorate per via degli interessi maturati nel tempo. A tal riguardo, la Banca d’Italia, precisa che il termine per il calcolo dei giorni di arretrato dei crediti commerciali maturati verso la pubblica amministrazione decorrono, salvo variazioni previste dalla legge, dalla data di scadenza dei singoli pagamenti. Quindi non dalla conclusione delle procedure di pagamento previste dalle regole di contabilità pubblica. “Il mio augurio – conclude Monaco – è che sempre più imprenditori vengano a conoscenza di questo strumenti e che la storia di Sergio Bramini non si debba più ripetere”.