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VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri (centrosinistra): "Il ponte di ferro deve essere il primo obiettivo da centrare"

Damiana Verucci
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Amedeo Ciaccheri questo è il feudo del centrosinistra, come mai non è riuscito a farcela al primo turno?
«Con quattro candidati importanti al comune e al municipio vincere al primo turno sarebbe stato un risultato davvero eccezionale. Siamo comunque arrivati a 46% e abbiamo come municipio realizzato un primato a Roma in tema di preferenze, ora certo la partita non è ancora chiusa, c'è il ballottaggio e sappiamo che riportare i cittadini a votare una seconda volta è sempre molto difficile».”
E allora come pensa di convincere gli indecisi o quelli che non sono proprio andati a votare?
«Non abbiamo mai interrotto la campagna elettorale, sto rilanciando la campagna con comizi quartiere per quartiere, comizi che intendono raccogliere l'importanza che ciascuna questione territoriale ha. Con me c'è in campo tutta la coalizione, continueremo in questi giorni a incontrare i cittadini e a spiegare loro cosa vogliamo fare per questo municipio». 
Qualcosa di cui si è pentito in questi anni da minisindaco? 
«No, ho contato sula possibilità di trovare una collaborazione con il Campidoglio, ma non è stato possibile come avremmo voluto. L'amministrazione Raggi non è stata capace al netto delle differenze politiche, di lavorare in sintonia con noi come avremmo voluto. Siamo stati eletti dopo un commissariamento e abbiamo affrontato la pandemia, direi che di più non si poteva proprio fare. Ci sono tante questioni ancora in stand-by, ad esempio gli oneri concessori legati a piazza dei Navigatori e il parco di Tor Marancia, che deve essere subito riaperto. Non da ultimo quanto è accaduto al ponte dell'Industria, che è naturalmente la questione prioritaria, ora, deve tornare al più presto ad essere agibile e lavorerò subito in questa direzione». 
E c'è qualcosa che invece le piace del suo avversario? 
«Non ho avuto il piacere di incontrarlo di persona, temo che la destra abbia vissuto molto del traino dei leader nazionali e si sia affidata poco ai suoi esponenti a livello territoriale». 
 

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