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Mondo impazzito per i "nuovi" esport. Parnofiello: il bello deve ancora venire

L'intervista al fondatore e amministratore delegato di PG Esports, Pierluigi Parnofiello

Francesca Schito
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Gli Esports sono sempre più in crescita. Per capirne di più ne abbiamo parlato con Pierluigi Parnofiello, il fondatore e amministratore delegato di PG Esports. “Per sport elettronici - spiega Parnofiello - si intendono competizioni organizzate alle quali prendono parte, a seconda del circuito, giocatori professionisti, semiprofessionisti o dilettanti. L’esport affonda le proprie radici a partire dagli anni ‘70 nei cybercafé sudcoreani, conosciuti anche come “PC bangs”. In questi locali i videogiocatori potevano affrontarsi in tornei amatoriali per dimostrare la propria abilità. Il gaming competitivo ha, quindi, saputo inizialmente creare una propria nicchia di fedeli appassionati, per poi esplodere definitivamente negli ultimissimi anni diventando un vero e proprio fenomeno di massa a livello globale. Quella che una volta era una nicchia, ora è un settore strutturato in continua espansione, in grado di raggiungere un fatturato di 1.1 miliardi di dollari a livello mondiale, con una crescita del 15% circa anno su anno. Anche l’Italia si è dimostrata parecchio ricettiva nei confronti di questo trend, grazie a realtà giovani e dinamiche come PG Esports, che hanno iniziato a sviluppare i propri format, a organizzare tornei e a fornire un approccio consulenziale alle aziende interessate a entrare in questo particolare mercato, che solo a livello nazionale conta oggi la bellezza di 466.000 avid fan, ovvero individui che dichiarano di seguire eventi esport ogni giorno”.

Come nasce PG Esports e qual è il suo percorso professionale? 
“PG è attiva da circa 5 anni, nel 2016 era un'idea nella mia testa e poco più. L'intuizione circa la sua genesi, che si è fortunatamente rivelata corretta, si basava sul fatto che in Italia ci fosse grande spazio per sviluppare il settore degli Esports e che una realtà nuova ed indipendente sarebbe stata in grado di cogliere l'opportunità e farsi strada, riscrivendo le regole del gioco. Gli investimenti sono stati continui ed importanti e hanno toccato svariati aspetti: allargamento del team, realizzazione di due studi di registrazione per lo streaming, tecnologia e risorse dedicate alla promozione della nostra attività. Parlando invece del mio percorso professionale, da 15 anni lavoro nell'industria del gaming. Ho avuto il piacere di lavorare in aziende come Atari (oggi Bandai-Namco) e Wizards of the Coast Europe in ambito marketing e brand management. Prima di avviare PG Esports sono stato European Head of Publishing in Riot Games, dove mi sono occupato principalmente di League of Legends e del progetto oggi conosciuto come Legends of Runeterra”.

Come è cresciuta PG Esports?
“Inizialmente PG si è posizionata sul mercato come organizzatrice di tornei ma in poco tempo abbiamo capito che era solo una parte della formula che ci avrebbe portato al successo. Con il passare del tempo è stato necessario convertire il nostro ruolo di tournament organiser in una forma molto più estesa che potremmo definire esports media company. Oggi offrire un prodotto esports di qualità significa prendere il meglio della spettacolarizzazione dello sport tradizionale, confezionarlo in un linguaggio giovane e contemporaneo e contestualmente offrire ai migliori talenti esportivi la vetrina che meritano per costruirsi una carriera nel mondo del competitive gaming. Più di ogni altra cosa, PG oggi è un media che offre intrattenimento agli appassionati di videogiochi".

Quando parliamo di eventi di Esports in Italia di che numeri parliamo?
"Ogni anno a Milan Games Week, la più importante manifestazione nazionale del mondo del gaming, accoglie oltre 100mila visitatori e al suo interno si è formata una community di appassionati di titoli esports. La PG arena si riempie di ogni anno di una folla pronta a godersi lo spettacolo dal vivo creato grazie a titoli come Fortnite, League of Legends, Rainbow Six… Ovviamente si tratta di un evento nell’evento, mentre se parliamo di un evento squisitamente esports, la finale del PG Nationals ha registrato oltre mille spettatori paganti al Teatro Ciak di Milano”.

Esports presto olimpici?
“Ad oggi non è chiaro come gli esports si possano integrare al sistema Olimpiadi ma sappiamo che il processo è in fase di avviamento. Il tipo di pubblico è molto differente e le due realtà utilizzano linguaggi di comunicazioni molto diversi. Ad oggi le due realtà stanno bene e funzionano senza bisogno di dialogare, quindi rimango scettico ma aperto al dialogo".

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