ai tempi della pandemia

Covid e sicurezza: condomini sanificati al pari di un ospedale

L’esplosione della pandemia ci ha reso maggiormente attenti alla qualità della pulizia e dell’igienizzazione degli spazi che dividiamo con altri soggetti. In particolare, sempre più persone richiedono al proprio amministratore di condominio di prestare particolare attenzione agli ambienti comuni all’interno e all’esterno del palazzo, chiedendo spesso sanificazioni e una pulizia più accurata per contenere il rischio di contagio.

“Oggi i condomini vengono sanificati al pari di un ospedale, utilizzando le stesse tecniche e i medesimi strumenti”, spiega Vittorio Lovardi, CEO di Attila HQ Service, società specializzata nella sanificazione ambientale. “Se fino ad appena un anno fa le richieste che ricevevamo con maggior frequenza erano relative alla pulizia di decoro, oggi la consapevolezza e l’attenzione alla disinfezione hanno completamente spostato tale richiesta verso una vera e propria sanificazione d’ambiente. Tra le tecniche più usate, infatti, figurano tamponi istantanei testati con bioluminometro, biocidi e installazione di dispenser con igienizzanti. Esattamente al pari di una struttura sanitaria”.

  

A tale proposito, è stato introdotto un protocollo di igienizzazione condominiale, adottando tecniche e attrezzature che fino ad oggi avevamo adoperato solo in ambienti ospedalieri. La finalità è non solo di rendere sicuro il condominio al momento della sanificazione e disinfezione, ma di mantenerlo in quello stato il più a lungo possibile.

 “Per poter effettuare una disinfezione, prevista nella sanificazione”, prosegue Lovardi  “è necessario aver prima rimosso lo sporco per poi lasciare agire sulla superficie il prodotto disinfettante. Ma questo non è sufficiente. L’unico modo per mantenere sicure le superfici dopo la disinfezione è evitare di contaminarle con mani sporche. A questo scopo, tutti i condomini dovrebbero installare delle piantane con dispenser di gel igienizzanti. Ma non solo. Molte società non lavorano adottando un protocollo registrato e gli Amministratori di condominio devono fare molta attenzione nella scelta delle imprese. In troppi si limitano allo spargimento di disinfettante con la clausola che questo funzionerà solo sulle superfici pulite, delegando la pulizia al committente”.

Oltre ad adottare biocidi e dispenser, le attrezzature incluse nel protocollo prevedono dei sistemi a frange in microfibra preimpregnata di soluzione disinfettante che fa aumentare infinitamente l’igiene sul condominio. “Quanti sono abituati a vedere il classico mocio col secchio pieno d’acqua grigiastra se non nerastra nell’androne del condominio? Ebbene, quell’acqua è un pericolo di contaminazione. Infatti, una volta  rimosso lo sporco dalla superficie, questo rimarrà in parte sul panno, in parte andrà disperso nell’acqua di risciacquo e in parte nell’acqua della soluzione. Da qui l’adozione del sistema a frange preimpregnate, che a differenza del cotone, garantiscono la cattura di microparticelle di sporco e microorganismi. Un’altra cosa che è diventata la norma anche per il servizio di pulizia e sanificazione, è la richiesta di documenti di report di servizio, che prima si effettuavano solo in caso di disinfestazioni. Gli amministratori da un lato richiedono schede di intervento per tutelarsi e per tutelare il condominio, dall’altro i condòmini chiedono di visionarle per essere informati delle misure prese per il contrasto della diffusione del coronavirus. Per questo motivo abbiamo introdotto il monitoraggio della carica microbiologica attraverso tamponi istantanei testati con bioluminometro. Questo consente di sapere quanta carica batterica c’era prima del servizio e quanta ce n’è in seguito al servizio”, conclude Lovardi.