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Da anni al fianco della Polizia di Stato. Il Sap a tutela del poliziotto

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Da tanti anni al fianco di chi lavora con impegno, passione e coscienza civile nella Polizia di Stato, il SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, è un’associazione libera, autonoma e indipendente, alla quale possono iscriversi gli appartenenti alla Polizia di Stato. Nasce dopo il 1976, nell’ambito del movimento per la smilitarizzazione della Polizia, come espressione di quella grande parte di poliziotti che riteneva la politica sindacale delle grandi confederazioni inadatta a salvaguardare appieno la peculiarità della professione e soprattutto sosteneva l’equidistanza da tutte le forze politiche, come valore irrinunciabile nell’azione dell’operatore di polizia. Oggi il SAP, il primo fra i Sindacati Autonomi delle Forze di Polizia per tradizione e per dimensione, è organizzato attorno a una struttura che conta circa 20 mila iscritti, con rappresentanti in tutti gli Uffici di Polizia. Le sue strutture locali sono diffuse in ogni città d’Italia.

La sede nazionale è ubicata a Roma, dove operano il Segretario Generale, un Segretario Generale Aggiunto e due Segretari Nazionali. Stefano Paoloni è il Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, colui che, con la sua esperienza, ci guida alla scoperta di questa associazione sindacale così rappresentativa: «Gli obiettivi che il nostro sindacato si prefigge – sottolinea il dottor Paoloni – sono molteplici. Ogni giorno ci impegniamo per raggiungere le migliori condizioni di vita e di lavoro dei poliziotti.

Intendiamo dunque occuparci della tutela delle loro condizioni morali, professionali, giuridiche ed economiche. Il tutto nel quadro di una significativa valorizzazione dell’immagine e della funzione della Polizia di Stato. Come è noto, il nostro sindacato – aggiunge il Segretario Generale – non può detenere, tra i suoi diritti, quello di sciopero. Dunque, dobbiamo ricorrere a strumenti alternativi per vedere tutelati i nostri diritti. A tal proposito, la nostra strategia vede nella denuncia l’atto fondamentale con il quale portiamo a conoscenza della politica e dell’opinione pubblica quelle che sono le nostre problematiche. Oggi, come sindacato, ad esempio, siamo impegnati in una politica volta a denunciare le ripetute aggressioni delle quali i nostri colleghi sono quotidianamente vittime, durante la loro attività di tutela dei cittadini e della legalità. Chiediamo norme, tutele, sanzioni più aspre per chi si rende protagonista di tali comportamenti. Lo scorso 14 ottobre, abbiamo riempito Piazza del Popolo a Roma. E la nostra protesta ha avuto vasta eco su giornali e televisioni di tutta Italia. Abbiamo chiesto che si ponesse fine alle aggressioni agli uomini in divisa. Siamo riusciti nello storico intento di scendere in piazza assieme a Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale».

Poi il Segretario aggiunge: «Auspichiamo da tempo la possibilità di utilizzare le bodycam, delle telecamere che siano in grado di riprendere il nostro operato e ciò che accade, nell’ambito di una trasparenza di fondo che ci ha sempre contraddistinti. In questo modo, si eviterebbero anche tutte quelle inutili strumentalizzazioni alle quali la nostra categoria è ingiustamente sottoposta. Una gogna, anche mediatica, alla quale è giunto il momento di dire basta». Il SAP esige chiarezza anche per ciò che riguarda l’utilizzo del Taser, quel dispositivo classificato come arma non letale che fa uso dell’elettricità per impedire il movimento del soggetto: «Il Taser – precisa Paoloni – è uno strumento di non-violenza per antonomasia che, nella stragrande maggioranza dei casi, svolge anche una funzione di deterrente eccezionale nell’inibire i comportamenti violenti. Ma, anche in questo caso, il pregiudizio nei confronti di questo strumento sembra aver preso il sopravvento. Come sindacato di Polizia, chiediamo una maggiore chiarezza in merito». Il discorso si sposta poi sul fronte delle tutele legali. Anche in questo caso, il supporto che il SAP fornisce ai suoi iscritti, è davvero significativo: «Ci battiamo anche per conferire maggiori tutele legali ai nostri iscritti – afferma Paoloni – i quali, molto spesso, devono pagare di tasca propria le spese processuali. Tutto ciò è inaccettabile».

Ma il SAP è storicamente al fianco dei propri iscritti anche per ciò che riguarda le rivendicazioni economico-salariali: «I contratti di lavoro sono – sottolinea il Segretario Paoloni – e da tempo abbiamo la sensazione che la politica sia distante da queste problematiche. Mancano delle linee di indirizzo preciso. Ovviamente il Sindacato Autonomo di Polizia è, per tutti i nostri iscritti, un importante strumento di assistenza al quale far ricorso per affrontare le svariate problematiche proposte quotidianamente da questo difficile lavoro». Il SAP ritiene inoltre di essere un utile strumento di collegamento fra i poliziotti e l’opinione pubblica, un mezzo che permette di sviluppare con i cittadini quel dialogo a cui non si deve rinunciare, ma che la veste istituzionale non sempre facilita: recepire le loro istanze e spiegare gli aspetti non sempre immediatamente chiari del servizio che la Polizia svolge, sono dunque risultati importantissimi da cui si alimenta quello spirito di collaborazione che svolge una straordinaria azione deterrente verso il crimine.

I valori e gli obiettivi che il SAP si è posto, dunque, svolgono una solerte attività volta a promuovere nella vita sociale e politica del nostro paese le “ragioni della sicurezza”, intese come motivazioni a favore del bisogno di garanzie per il quieto e sereno vivere sociale. Il tutto si potrà realizzare solamente, sottolinea il Sindacato Autonomo di Polizia, attraverso una legislazione penale che non sacrifichi al garantismo tutta l’efficacia dell’azione di contrasto al crimine. Un diritto che tuteli le vittime prima dei colpevoli. E poi, ancora, una giustizia immediata, effettiva, con la certezza della pena. Infine, il Sindacato auspica una legge ed una politica estera finalmente efficace, che consenta un reale controllo sulle introduzioni clandestine e sull’infiltrazione di gruppi criminali stranieri.

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