di Antonio Angeli Leonardo da Vinci fu nominato ufficialmente ingegnere e architetto da Cesare Borgia, per tutti il duca Valentino della Romagna, nonché capitano generale dell'esercito di Santa Romana Chiesa, nel 1502.
Lamappa di Imola che disegnò proprio in quel periodo è considerata un'opera rivoluzionaria, oggi conservata alla Royal Library del Castello di Windsor, è la prima realizzazione della cartografia moderna. E, proprio nel 1502, i titoli ufficiali di Niccolò Machiavelli erano: Secondo Cancelliere della Repubblica di Firenze e segretario dei Dieci della Guerra. Machiavelli era il primo diplomatico fiorentino alla corte del duca Valentino. Aveva trentatré anni, avrebbe scritto una delle più importanti opere politiche della storia: «Il Principe», undici anni dopo. Mezzo millennio fa, nel 1513. Leonardo e Machiavelli... Ma due così potevano non conoscersi? Arriva domani in libreria «La congiura Machiavelli», un romanzo del professore texano Michael Ennis, uscito a settembre negli Stati Uniti è stato subito un best seller ed è stato tradotto già in molte lingue. Il presupposto del libro, costruito con assoluto rigore storico, è la «strana coppia», l'amicizia tra Leonardo da Vinci, genio assoluto dell'arte e della tecnologia e Niccolò Machiavelli, genio assoluto della politica e della diplomazia. La storia è un giallo: Juan, il più amato tra i figli di papa Alessandro VI, viene misteriosamente assassinato a Imola e il padre invia Damiata, una bella cortigiana, nella lontana città fortificata, perché scopra la verità sull'omicidio. La donna non può fallire: il papa la ricatta tenendo in ostaggio il suo giovane figlio. Ma il suo compito non è certo facile: arrivata a Imola Damiata diventa una pedina sulla scacchiera degli intrighi politici di Cesare Borgia, il duca Valentino, un altro figlio di Alessandro VI. In più la vita della cortigiana è minacciata dai «Condottieri», una società segreta di soldati mercenari feroce e potente. Damiata sospetta che l'assassino che sta cercando si nasconda proprio tra loro... Al primo omicidio ne seguiranno altri e, non sapendo più che fare, la donna chiede aiuto a un abile diplomatico fiorentino, Niccolò Machiavelli, e all'ingegnere militare del Valentino, l'eccellentissimo Leonardo da Vinci. I due insieme dovranno decifrare l'enigma di un omicida che si sta prendendo gioco di loro, Leonardo facendo affidamento sul suo rivoluzionario metodo basato sull'osservazione scientifica, e Machiavelli sfruttando la sua abilità di indagine della natura umana. Mentre il loro mondo è scosso da guerre sanguinose, da tradimenti e congiure, i due solleveranno un velo sotto il quale si celano paure, antiche superstizioni e ossessioni. «Il mio background accademico è storico e artistico - ha spiegato Ennis - e nel Rinascimento italiano si trova una combinazione unica di storia politica e culturale. In quanto scrittore, ho a disposizione un incredibile cast di personaggi storici capaci di uccidere, assetati di potere, ma che tuttavia avevano un gusto così impeccabile che la loro arte e la loro architettura continuano a stupirci». E studiando a fondo questi personaggi, la ricerca dell'autore è stata lunga e meticolosa, è emersa la strana coppia. «L'intento originario era scrivere un romanzo in cui Machiavelli fosse il detective che si serviva dei precetti del Principe per risolvere un caso di omicidio - ha spiegato ancora Ennis - Mentre conducevo le mie ricerche, scoprii che negli ultimi mesi del 1502, quando Machiavelli era un diplomatico fiorentino alla corte di Cesare Borgia nella città di Imola, dove assistette alle sanguinarie cospirazioni politiche che ispirarono Il Principe, conobbe Leonardo da Vinci, architetto e ingegnere militare di Cesare Borgia». Per Ennis era un'occasione da non perdere: «Entrambi lasciarono la corte di Cesare improvvisamente e nello stesso periodo e subito dopo avere lavorato insieme a Firenze. Qualcosa deve averli spaventati e fatti allontanare dalla Romagna. Studiai anche che, nel periodo in cui si trovavano alla corte del Borgia, entrarono in confidenza con un individuo che oggi descriveremmo come un serial killer psicopatico. Entrambi avevano competenze mediche: Leonardo come anatomista esperto nelle dissezioni e nell'esame dei corpi, Machiavelli per il suo penetrante studio della natura umana che, alla base dei suoi scritti politici, anticipò la moderna psicologia di molti secoli. In più usava tecniche molto simili a quelle utilizzate oggi per avere i profili dei criminali. Così - ha concluso lo scrittore, che è anche professore di Storia dell'Arte - la loro collaborazione per risolvere una serie di omicidi ha un fondamento nella storia». Un giallo che ricostruisce anche la storia dei terribili Borgia.