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di Antonio Angeli Innanzitutto cerchiamo di capire che cos'è: un sermone, una predica, un reality show? Parliamo della trasmissione in programma domani, in prima serata su Raiuno: «La più bella del mondo».

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Inonda alle 21,10; durata 125 minuti»: così recita la guida tv. Grazie mamma Rai che ci ha subito fatto capire di cosa si tratta: uno spettacolo, uno show, se pure su un argomento di grande serietà, che viene trasmesso in un orario «prezioso», di solito dedicato a fiction di lungo corso. Ma si sa, Roberto Benigni è una gloria nazionale. Il primo problema di chi si occupa della critica degli spettacoli è saper consigliare (o sconsigliare) al pubblico la visione di questo o quello. Operazione impossibile in questo caso, visto che l'intervento da 125 minuti del Robertone nazionale sarà in diretta e nessuno (probabilmente nemmeno lui) sa esattamente cosa dirà. Ma Benigni ha un suo stile e una «proiezione», un «vaticinio», una previsione non è impossibile. Anzi. Il «modello» del monologo (perché di monologo certamente si tratterà), potrebbe essere l'«ospitata» straordinaria del comico lo scorso anno a Sanremo, durante la serata dedicata al centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Una «chiacchierata» che ebbe un gran successo (e un'audience adeguata). Se prendiamo quell'intervento come esempio di una cosa possiamo essere certi: Benigni tutto sarà meno che «super partes». L'anno scorso arrivò sul palco su un cavallo bianco, sventolando il tricolore. Scendendo disse: «Sono venuto a cavallo, non ero molto sicuro di volerlo fare. Ai cavalieri ultimamente non va molto bene...». E Benigni con questo spirito (perché l'attore e regista premio Oscar per «La vita è bella» di certo non ha cambiato testa) spiegherà all'Italia i dodici principi fondamentali della nostra Costituzione in uno show che ha voluto intitolare «La più bella del mondo» per un motivo preciso. «L'ho riletta - ha spiegato l'attore e regista qualche giorno fa - ed è straordinaria: è la più bella del mondo, la nostra Costituzione. Mi sono occupato di Dante e della sua opera che illustra il cielo di Dio, con la Costituzione torniamo nel cielo degli uomini. In questo particolare momento storico - ha proseguito - ci stiamo tutti un po' perdendo, bisogna riscoprire chi ci ha indicato e illuminato la strada con delle regole semplici». Tutto in diretta dallo storico Teatro 5 di Cinecittà, quello di Fellini, ristrutturato e riaperto dopo l'incendio di qualche mese fa. Ad una prima parte di satira e comicità su argomenti d'attualità, seguirà la seconda in cui Benigni racconterà la grandezza del nostro paese, analizzando le fasi che hanno caratterizzato la nascita dell'attuale ordinamento, con la «sinfonia» fondamentale, nata nella mente e nel cuore dei padri fondatori della Patria. Durante la diretta, l'attore toscano sarà circondato da un pubblico composto anche da ragazzi e soprattutto rivolgendosi a loro spiegherà che la Costituzione ancora respira, «come la cupola del Brunelleschi: sono così belle e tuttora vivono». Regista dell'evento, che sarà ripreso in Full Hd, Stefano Vicario con Massimo Pascucci direttore della fotografia. La scenografia, costruita con circa 100 metri cubi di legno, è di Gaetano e Chiara Castelli, la realizzazione scenografica è di Cinecittà Studios, le riprese televisive della Rai Radiotelevisione Italiana, con supporto audio e luci della DB Technology. Insomma un piccolo kolossal televisivo, per parlare di un argomento glorioso, da un luogo glorioso da un personaggio, ma perché negarlo, ormai mitico. A livello mondiale. Anche perché il Robertone nazionale ha la sua stessa vita riflessa nei suoi monologhi. Roberto ha studiato da comunista ma poi, siccome l'uomo si evolve e solo i paracarri non si spostano mai, è diventato italiano. Anzi, è diventato il simbolo stesso dell'Italia. Così, se due più due fa quattro, Benigni inizierà con una prima parte dedicata alla satira sulla politica attuale. Sinistra contro destra. E di certo avrà solo l'imbarazzo della scelta su cosa prendere in giro o come. Non gli mancheranno gli argomenti: ci sono succulente fette della politica di questi giorni che, in pratica, si prendono in giro da sole. Ma il centrodestra (dovunque sia finito) può stare tranquillo: qualche «frecciata» la tirerà anche contro Bersani, tanto per non fare nomi. Chissà, forse ci sarà spazio anche per due parole «affettuose» sul suo conterraneo Renzi che di sicuro gli sta più simpatico di altri. Poi al Robertone nazionale gli si «scalderà la voce», come dicono i cantanti lirici, e gli si scalderà anche il cuore. Allora smetterà di essere comunista, post-comunista, antiberlusconiano, gruppettaro e bastian contrario. E, forse, smetterà anche di essere di sinistra. Si piazzerà sul petto il Tricolore, magari in modo un po' buffo, come, appunto ne «La vita è bella», e, fregandosene delle parti, inizierà a parlare della «più bella» che, ovviamente, è la nostra Costituzione, ma il comparativo di maggioranza è naturalmente esteso e riferito al nostro paese: l'Italia. E che lui ci creda è fuori discussione. «Se penso a quanti Stati hanno fatto propri questi stessi principi ho già il batticuore», ha detto. Di Benigni non si può dubitare. Per lui l'Italia è veramente il paese più bello del mondo. speriamo che resista alla crisi e che lo rimanga. A lungo.

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