di Antonio Angeli Il fatto più che leggenda è storia, e ben documentata: Benvenuto Cellini, artista insuperato, scultore e incisore, vissuto tra il 1500 e il 1571, era anche, oltre che bandito e falsario, un appassionato di magia e arti oscur
Nellibro primo, capitolo LXIV, è scritto così: «Andaticene al Culiseo, quivi paratosi il prete a uso di negromante, si misse a disegnare i circuli in terra... Cominciato il negromante a fare quelle terribilissime invocazioni, chiamato per nome una gran quantità di quei demoni capi di quelle legioni, e a quelli comandava per la virtù e la potenzia di Dio... disse che gli era comparso quattro smisurati giganti, è quali erano armati e facevan segno di voler entrar da noi». Insomma in quella notte Benvenuto Cellini, in un solitario Colosseo di una notte del Cinquecento, vide apparire legioni di demoni e giganti, che però, lui stesso racconta, furono messi in fuga da un suo amico che, sconvolto dalla paura, «fece una strombazzata di correggie con tanta abundanzia di merda», mettendo in fuga le sataniche presenze. Qui finisce la Storia (vera o inventata) e inizia il romanzo di Roberto Masello (che il nome non inganni, è uno statunitense doc) «333 La formula segreta di Dante» (Newton Compton, pag. 464 euro 9,90). Il sottotitolo è tutto un programma: «Uno specchio che rende immortali. Una ghirlanda che rende invisibili. Un manoscritto perduto. La Storia come non l'avete mai letta». Proprio all'inizio del volume ritroviamo Benvenuto Cellini, artista insuperabile, nonché briccone, falsario e mago della domenica che, in una notte di luna piena, invoca spiriti e demoni. Quando, all'improvviso, gli appare il fantasma di Dante Alighieri, che, con modi molto poco amichevoli, lo porterà in una trappola... Quattro secoli più tardi, a Chicago, David Franco, un giovane e brillante studioso della Newberry Library, incontra una donna misteriosa, la ricca vedova Kathryn Van Owen, che gli consegna un antico manoscritto che sembra essere appartenuto proprio a Benvenuto Cellini. Nell'opera, intitolata «La chiave alla vita eterna», l'artista fiorentino, appassionato di arti occulte, descrive dettagliatamente una sua sconosciuta creazione, La Medusa: uno specchio d'argento che ha il potere di rendere immortali... Roberto Masello, di ovvie origini italiane, è nato a Evanston, in Illinois, e si è laureato a Princeton. È giornalista, ma soprattutto autore televisivo per le più importanti major: Cbs, Fox, Showtime. Viene da dire: e si vede. Masello è un maestro: riesce a miscelare storia, leggenda, magia in un cocktail inebriante nel quale i personaggi storici che abbiamo studiato a scuola, e per i quali, magari, noi italiani abbiamo rimediato anche qualche quattro, si trasformano in supereroi che si muovono in un mondo dove il bene e il male sono in un'eterna lotta muscolare. Più o meno un anno fa è arrivato un videgioco. «Dante's Inferno», molto liberamente ispirato alla cantica dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Ed è bene sottolineare la parola liberamente perché, è vero sì che i personaggi sono quelli e le azioni anche, ma è il tono generale, il contesto quello che lascia a bocca aperta chi si porta dietro il fardello della cultura classica. In «Dante's Inferno» l'Alighieri si trasforma in una specie di Supermario che sfonda di cazzotti la Morte (lontana anni luce da quella del «Settimo sigillo» di Bergman) e si prende anche la sua falce come trofeo. Virgilio diventa una specie di complice che, più che guidarlo, gli suggerisce come non cadere in trappola e Beatrice è una «pupa del boss» alla quale mancano solo reggicalze e tacchi a spillo. Ma siamo sicuri che la Divina Commedia Dante l'abbia scritta così? Più o meno un processo analogo accade in «333 La formula segreta di Dante» dove ci sono misteri, magie, segreti, ma la capacità di lottare a mani nude resta uno dei punti nodali della vicenda. La lotta tracima dal livello interiore e diventa fisica, brutale, muscolare. Fare i negromanti sarà pure un bel mestiere, ma contro un paio di buoni cazzotti ben assestati non c'è niente da fare. Roberto Masello dell'Illinois (non scordiamolo) si inserisce perfettamente nel filone dell'Italia (storia, arte e tutto il resto) vista dagli Stati Uniti. Il Medioevo, il Rinascimento, il bell'800 diventano una «cava» di spunti per romanzi d'avventura. E poco male se i «cavatori» non sono tutti americani: lo spirito è sempre quello da «La formula Stradivari» di I. Biggi (Tea) al «Codice Caravaggio» di Walter Ellis (Newton Compton). Per chi ama l'avventura sono l'ideale.