di Antonio Angeli Chissà se Bram Stoker, scomparso sessantacinquenne a Londra, giusto cento anni fa, il 20 aprile 1912, aveva immaginato che quel suo personaggio avrebbe dato vita ad un filone inesauribile.
Matornano alla luce anche i romanzi «dimenticati», quelli su argomenti diversi dai vampiri. Romanzi che comunque meritano di essere letti, vista la fortuna che ebbero all'epoca. Tra gli ammiratori di Stoker anche il suo amico Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, che gli scrisse: Dracula, è «la miglior storia di demoni che abbia letto da molti anni a questa parte». Dracula nasce ufficialmente nel 1847, in realtà la creatura notturna tormentava il suo autore da almeno sette anni, dal 1890, dall'incontro con lo studioso ungherese Arminius Vambéry, che gli raccontò la storia terrificante del principe rumeno Vlad Dracul, chiamato affettuosamente dagli amici «l'Impalatore». Nato nel 1431 nella patria dei vampiri, la Transilvania, Vlad era un guerriero che per tutta la vita si oppose all'avanzata dell'Impero Ottomano. Per rendere più convincente il consiglio ai suoi nemici di restarsene a casa, comminava loro la pena dell'impalamento, applicata con tempi e modalità che i deboli di stomaco e cuore faranno meglio a non approfondire. Stoker fu colpito da questo personaggio feroce, sanguinario, spietato, lo studiò a lungo e lo forgiò con le sue personali ossessioni. Bram Stoker ebbe un'infanzia particolarmente infelice, minata da una salute talmente malferma da non permettergli, alle volte per molti giorni, di alzarsi dal suo letto. Stoker studiò per anni miti e tradizioni della Transilvania, si ispirò anche al «Vampiro» di John Polidori, scrittore e medico, nonché amico di Byron. Stoker creò così il «suo» Dracula, con quelle regole di vita, e di morte, che per un secolo sono state la struttura portante di romanzi e film, fino ad arrivare alle recenti saghe di «Twilight» e «Blade». Dracula e il popolo dei vampiri arriveranno al cinema già con le idee abbastanza chiare: gli appartenenti alla specie non muoiono e si nutrono di sangue umano. Preferibilmente di giovani vergini. L'unico modo per sopprimere un vampiro è piantargli un paletto di frassino nel cuore e seppellirlo. Meglio se decapitato e portando la testa in un luogo lontano. Molto utile anche bruciarne il corpo, ma, attenzione: bisogna ricordarsi di disperdere le ceneri perché se il mucchietto sarà bagnato da sangue fresco... non è garantito, ma probabilmente il vampiro riapparirà forte come e più di prima e tremendamente arrabbiato. Sono più di 150 i film dedicati al conte, innumerevoli quelli con protagonisti vampiri o simil-tali. Tra i primi e più celebri succhiasangue della storia del cinema il «Nosferatu» di Murnau realizzato in Germania nel 1922. Liberamente ispirato al romanzo di Stoker causò una furiosa disputa legale tra gli eredi dello scrittore e il regista tedesco che, evidentemente, non aveva intenzione di pagare i diritti d'autore. Nonostante nomi e luoghi cambiati Nosferatu fu riconosciuto parente strettissimo di Dracula e... condannato all'incenerimento. Il tribunale ordinò la distruzione di tutte le copie del film, ma, per fortuna, la sentenza non fu eseguita per intero e il film di Murnau ancora terrorizza i patiti del muto. Il Nosferatu interpretato da Max Schreck è un personaggio crepuscolare, complesso, al tempo stesso fagile e forte, minaccioso e sfuggente. Il Dracula di Stoker era destinato a ben altre vette: doveva diventare una holding soprattutto cinematografica, un supereroe fortissimo, muscolare, machiavellico, ma anche brutale, potente e, soprattutto, con una gran vocazione di seduttore. Ci penserà Bela Lugosi, attore americano nato nell'impero Austro-Ungarico (ma guarda caso la sua città, Lugoj, oggi è in Romania) a dargli queste caratteristiche. Con Dracula Lugosi avrà molta fortuna, il primo film del '31 ebbe un successo oltre tutte le aspettative. Tutto merito dell'attore che gli diede quel tocco al tempo stesso aristocratico e funereo che ancora oggi lo contraddistingue. Ma andò peggio con altri personaggi. Lugosi, per soldi, accettò infatti parti in film di incerto livello artistico. Comunque Dracula continuò la sua carriera volando da un continente all'altro: sarà interpretato da numerosi, bravi attori primo tra tutti il londinese Christopher Lee che, in una dozzina di film tra gli anni Sessanta e Settanta, rese il personaggio, se possibile, ancor più raffinato e feroce. Sempre contrastato dal cacciatore di vampiri, Abraham Van Helsing, interpretato spesso da Peter Cushing, armato di croci d'argento, paletti, acqua santa e qualche testa d'aglio. Le creature di Stoker hanno conosciuto anche un filone (e corposo) a luci rosse, dando vita, nel mondo dei fumetti, a sexy vampire come le italiane Zora, Jacula, Sukia o l'americana Vampirella. Di vampiri si è occupato anche uno degli scrittori più censurati della storia: il francese Boris Vian. Nel suo «Scritti pornografici», recentemente ripubblicato dalla casa editrice :duepunti, ci sono le avventure di un tale, o una tale, non si capisce bene, «Drencula». E già il nome è tutto un programma.