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Mario Bernardi Guardi Da anni Adele Grisendi racconta il mondo contadino della Bassa, il «suo» mondo, nulla concedendo all'enfasi e agli effetti speciali, ma con una prosa sobria e spoglia, che ha il nitore di una cronaca.

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Maè chiaro che ognuno agisce e reagisce conformemente alla propria natura: vive in un ambiente e non può non subirne delle influenze, ma "vive" anche, a suo modo, l'ambiente e lo "traduce" nelle sue scelte, nelle sue esperienze. Piccole storie, di tutti i giorni: ma ognuna ha un suo segno, una sua serena o dolente esemplarità. Così accade anche in «Non è te che sceglierò» (Rizzoli, pp. 365, euro 19) con la protagonista, Elena Adorni, emiliana, di solido ceppo contadino, impegnata a misurarsi con giorni ed opere. Senza risparmio di sé. Le energie vitali "elementari" le ha prese dalla terra, da quanto le ha insegnato il nonno Evaristo, uno che per 60 anni ha lavorato duro, ha risparmiato e ha lasciato a figli e nipoti una commossa eredità di affetti e una proprietà di tutto rispetto, che va dunque conservata e ampliata. Ed Elena il valore della tradizione lo sente: continuare a voler bene a quel meraviglioso nonno da cui ha imparato tante cose significa onorarne le volontà testamentarie, prendere in mano le redini dell'azienda di famiglia e farsi attenta amministratrice del patrimonio. Questo "deve" e questo "vuole". Ma deve a se stessa e vuole anche altro: una vita privata, una dimensione intima da tutelare, da proteggere. Quella è più che mai la sua "terra". Marcarla significa essere sincera con se stessa, non eludere alcuna domanda. Affermare la propria identità. Compresa quella affettiva e sessuale. Non è semplice per una donna che viene da un mondo contadino, con usi e costumi, regole e divieti millenari. E dove è inconcepibile che una ragazza forte e sana non voglia accanto a sé un uomo. Non voglia formarsi una famiglia. Provi crescente indifferenza/insofferenza per gli uomini e- addirittura- scopra in sé inclinazioni omosessuali. È possibile confessarlo- prima di tutto a se stessa- varcando le colonne d'Ercole degli atavici sensi di colpa? E come reagirà l'altra, l'oggetto del desiderio, a una dichiarazione di amore "proibito"?

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