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di ANTONIO ANGELI Ibm batte Microsoft e si afferma come la seconda società tecnologica per capitalizzazione di mercato, alle spalle di Apple: la scarna notizia è stata battuta dalle agenzie senza troppe cerimonie qualche giorno fa.

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Goliatorna a battere Davide, dopo che, per anni e anni, la fionda del giovane principe aveva messo sotto il gigante. In soldoni può voler dire che l'era del «personal», cioè del computer per tutti che fa tutto è ormai agli sgoccioli e che ora il futuro è nei grandi elaboratori, eccezionalmente avanzati e in grado di governare situazioni di eccezionale complessità. E vuol dire anche che l'epoca dei «geni solitari» (come Bill Gates) è tramontata. L'era dei computer, che in fondo è iniziata da appena mezzo secolo, sta uscendo dalla sua fase pionieristica. Prima, al mondo, per quello che riguarda i computer, non c'era nulla e per questo c'era bisogno di tutto. Ampio spazio perciò per l'inventiva dei singoli, persone che, con la giusta intuizione, sono stati in grado, dentro un garage o in un'aula scolastica, di dribblare interi pool di vecchi professori con pancia e baffi. E questo perché ci si muoveva in un territorio nuovo, nel quale non c'erano maestri, dove tutto era da scoprire. Un territorio dove appare naturale che Davide faccia la pelle a Golia. Ora le cose sono un po' cambiate. Passata l'era dei pionieri per ottenere risultati servono gruppi di ricerca, interdisciplinarietà, tanti, tanti soldi. E certe possibilità le hanno solo le grandi società con grandi sedi, grandi stabilimenti, una struttura gerarchica con progettisti, amministratori, venditori... Come l'Ibm. È un po' la rivincita di Hal 9000: il mega-calcolatore elettronico inventato dal genio visionario di Stanley Kubrick per il film-mito «2001: Odissea nello spazio», del 1968. Hal, sull'astronave diretta a Giove, controllava tutto, governava tutto, provvedeva a tutto. Decisamente troppo. Alla fine Hal impazzisce e manda in malora l'intera missione. L'altro giorno, per la prima volta dal 1996, Ibm ha superato Microsoft, mostrando come l'interesse dell'industria tecnologica si stia spostando dai personal computer. Microsoft, alla fine della scorsa settimana, segnava una capitalizzazione di mercato di 213,2 miliardi di dollari a fronte dei 214 miliardi di Ibm. Apple resta prima con un valore di 362 miliardi di dollari. Lo scenario che si prospetta, oggi, è quello di una società leader in prodotti molto raffinati per singoli utenti: la Apple e di un altro gigante in grado di realizzare sistemi di gestione complessi per grandi strutture: l'Ibm. Una curiosità: quando Kubrick si trovò a dover dare un nome al computer di «2001: Odissea nello spazio» scelse un giochino curioso. Prese il nome dell'allora più famosa società di informatica e sostituì le lettere con quelle precedenti dell'alfabeto. Così nacque «Hal».

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