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segue dalla prima di ANTONIO ANGELI Ci sono anche le immagini della super-tecnologica sala dove, con 250 telecamere, uomini esperti e fidatissimi tengono sotto controllo lo Stato più piccolo del mondo.

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Inun'ora, 34 minuti e 8 secondi il filmato concentra una serie di immagini e di storie eccezionali, antichissime, mai raccontate. Tutto ruota attorno ad un luogo due piani sotto il pavimento della Basilica di San Pietro, nella Necropoli sotterranea, dove c'è un'iscrizione da mozzare il fiato: «Pietro è qui». È il luogo della sepoltura del primo Pontefice, morto sulla croce, come Gesù. La tomba è stata portata alla luce da scavi negli anni Quaranta. Qui una delle persone più vicine al Pontefice, il cardinale Angelo Comastri, accompagna i telespettatori in un percorso unico. A parlare, nel documentario, sono proprio le persone più vicine al Santo Padre che, con semplicità, spiegano la quotidianità di una vita eccezionale. Il capo delle guardie del corpo del Papa, Davide Giulietti, illustra il lavoro della sala di controllo della Santa Sede, centro nevralgico della sicurezza vaticana. Sicurezza che però non può annullare totalmente privacy e riservatezza. «La passeggiata quotidiana del Santo Padre è sicuramente un momento privato - spiega Giulietti - Il nostro primo dovere è garantire che il Santo Padre in questo momento sia solo, non trovi nessuno e non veda neanche i gendarmi, che si nascondono in modo da garantire riservatezza e discrezione». C'è anche la testimonianza di Francesco Sforza che racconta l'emozione di essere il fotografo ufficiale di Papa Raztinger. Lo segue nei momenti privati e nelle occasioni pubbliche. «Quando si sta davanti al Papa è come se fosse sempre la prima volta, il primo momento, il primo istante - svela Sforza - Quando mi capita di salutarlo, è sempre un'emozione». La telecamera di National Geographic Channel segue anche un ragazzo, Valentino Dumitrana, uno dei 16 chierichetti che vivono e studiano in Vaticano. Il giovane racconta del suo impegno quotidiano: preparare per la Messa dieci cappelle sotterranee. E non deve stupire perché in Vaticano, in certi giorni, si celebrano più di cento messe su trenta altari diversi. E poi ancora un mistero e questo insoluto. Parla Gudrun Sailer, giornalista di Radio Vaticana, che, esaminando documenti nel bunker sotterraneo degli Archivi Vaticani, sta ricostruendo la storia della prima donna assunta dalla Santa Sede: un'ebrea tedesca nel 1934. Una storia che potrebbe ribaltare i troppi luoghi comuni sui rapporti tra Vaticano ed ebrei.

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