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Nelle mani delle menti illuminate la Storia, quella con la «S» maiuscola, diventa una scienza esatta, una specie di equazione della quale basta conoscere un paio di passaggi per capirne lo sviluppo globale.

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Vieneconfermato (anche se non serviva) dalla pubblicazione di una serie di analisi, partorite da un De Felice giovane, ancora lontano dai clamori di «Intervista sul fascismo», e realizzate per quello che allora era il media più forte: la radio. Siamo nei '60: è vivissimo il ricordo della Seconda Guerra mondiale, la Guerra Fredda arroventa il mondo, l'uomo non ha mai messo piede sulla Luna. Ma le parole di Renzo De Felice, anche se con lo sguardo al passato, sono attualissime. Certe volte le sue considerazioni sembrano quelle di un profeta, più che di uno storico. «Renzo De Felice. L'idea di Europa e l'Unità d'Italia» è un bel volumetto edito da Le Lettere-Firenze a cura di Laila Cella ed Elisabetta Malantrucco con l'introduzione di Paolo Simoncelli, 216 pagine, 16 euro. Sono riportate una serie di conversazioni radiofoniche di De Felice del 1960 trasmesse dal Terzo Programma della Rai. Tutto ruota attorno ai temi dell'idea d'Europa e sull'opinione pubblica internazionale nei confronti dell'Unità d'Italia. Temi oggi più che mai d'attualità. Simoncelli nell'introduzione giustamente ricorda il cammino difficile di un giovane, promettente studioso, alle prese, proprio in quell'anno, con i contrasti dovuti a scelte ideologiche decisive, dopo essere uscito dal Pci nel 1956 ed aver abbandonato la storiografia gramsciana sul Risorgimento. Un cammino logico e scientifico che oggi appare assolutamente coerente e in linea con il percorso di De Felice. La Storia (sempre quella con la «S» maiuscola) non può essere piegata all'ideologia. Il libro è frutto anche del fondamentale sforzo fatto dall'Audioteca Radio Rai per il recupero e la diffusione del suo grande patrimonio. A. A.

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