Il film «Vento di primavera, con Jean Reno e Melanie Laurent (da giovedì al cinema), è diretto da Rose Bosch che ha raccontato la sua esperienza personale, tanto forte da convincerla poi a realizzare questa pellicola.
Per10 anni ne abbiamo parlato ma solo dopo che ho avuto due gemelli, che hanno ovviamente un cognome ebraico, ho cominciato ad avere incubi: sognavo che mi portavano via i bambini e io non riuscivo a metterli in salvo. Alla fine, con mio marito che ha coprodotto il film, abbiamo deciso che era giunto il momento di raccontare quella storia orribile. Nei libri scolastici francesi la "Rafle du Velodrome d'hiver» sono due righe e neppure è noto che abbiamo avuto nel nostro Paese ben 200 campi di sterminio. I bambini sopravvissuti, pochissimi, hanno oggi ottant'anni e volevo fare questo film con loro ancora in vita». Curiosamente, in Francia, il film ha avuto successo soprattutto grazie al popolo di internet che si è interessato a quelle vicende e ha poi affollato le sale. «Se pensiamo che solo nel 1995, a cinquant'anni dalla fine della guerra, il presidente Chirac ha riconosciuto la responsabilità della Francia nella Shoah, possiamo capire quanto queste realtà siano state rimosse e quanto pesi la colpa per la complicità e il collaborazionismo francese. Mitterrand disse che Vichy non era Francia, si sbagliava (e di proposito) visto che era molto amico dell'eroe negativo del mio film, l'autorità francese che decise la "Rafle" e che negli anni Ottanta venne assassinato. Si può dire che le autorità del mio Paese hanno avuto un rapporto incestuoso con la Germania nazista». Nel film Melanie Laurent, che già vendicava l'Olocausto nell'ultimo film di Quentin Tarantino «Bastardi senza gloria», qui è una volontaria che fa di tutto per aiutare gli ebrei, anche a costo della sua stessa vita. «Anche per Melanie - ha svelato la regista - c'è una storia personale: suo nonno sfuggì alla retata e in lacrime mi ha chiesto questo ruolo, regalandoci una toccante interpretazione».