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Ma che cosa spinge una casa produttrice, un regista, degli attori a riproporre, pari e patto, un film passato alla storia? Nelle sale è arrivato «Stanno tutti bene», con Robert De Niro nei panni del personaggio che fu di Marcello Mastroianni.

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Perquanto un film possa apparire «perfetto» la febbre del remake spinge spesso i «cinematografari» a misurarsi con un mito. Così dal «Profumo di donna» di Dino Risi del 1974 si può passare con un «balzo» di quasi vent'anni al «Scent of a Woman» firmato Martin Brest con Al Pacino nel ruolo che fu di Vittorio Gassman. Non si tratta solo di un'operazione commerciale, non si tratta cioè di portare una sceneggiatura validissima in un film girato in lingua inglese e per questo proponibile ad un pubblico molto ampio. C'è anche il gusto della sfida, il piacere di «conquistare» un film particolarmente bello rinfrescandolo e, magari, facendo di meglio. E se si «ripesca» un film italiano c'è anche l'intramontabile fascino del «made in Italy», che negli Stati Uniti va sempre alla grande. In questi due casi l'operazione è ben riuscita (gli interpreti non si discutono). Come è riuscita in altri film che appartengono alla storia del cinema: così l'investigatore Marlowe nel «Grande sonno» aveva il viso di Humphrey Bogart nel 1939 e di Robert Mitchum nel remake del '78 «Marlowe indaga». Ma qualche volta le ciambelle non riescono con il buco: provate ad andare a vedere «A cena con un cretino», remake del piccolo capolavoro di Verber «La cena dei cretini. Ma non sarà facile: uscito solo una settimana fa è già stato ritirato dalle sale. A. A.

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