James Blunt "Some kind of trouble" (Atlantic) Il dibattito è aperto: Blunt è un sopravvalutato oppure merita questo successo da 18 milioni di copie finora? Il suo disco d'esordio "Back to bedlam" è stato il più venduto negli ultimi dieci anni in I
Male sue gradevoli canzoni, finora sempre molto malinconiche e grame, non valgono venti secondi di un qualunque album di Cat Stevens, per dirne uno di quelli bravi davvero. Non ne nascono più, di grandissimi? O si stava meglio quando si stava peggio, eccetera? Chissà. Di certo, questo terzo album "Some kind of trouble" è il più positivo e ottimistico di quelli proposti da Blunt, a partire dal movimentato primo singolo "Stay the night", e passando per una sequenza di brani che viaggiano piuttosto sereni, fino alla chiaroscurale ballata "No tears", dove ritroviamo il Nostro nel suo più classico mood meditativo. Il 13 marzo arriva al Palalottomatica. Preparate i fazzoletti. Voto 3/5