Centri d'eccellenza, spettacoli per grandi e piccoli, tra esperimenti interattivi, caffè «scientifici», incontri con i ricercatori, visite guidate o virtuali: questo e altro è la «Settimana della Scienza e Notte europea dei ricercatori» che è tornata dal
Quest'annosi svolge in contemporanea in oltre 260 città di 31 Paesi europei e dell'area mediterranea. L'evento clou sarà il 24 settembre con la Notte europea dei ricercatori, quando l'area aprirà eccezionalmente le porte di alcuni fra i più importanti laboratori e centri di ricerca internazionali per dibattere su temi che spaziano dalla materia oscura alla fusione nucleare, dai cambiamenti climatici alle ultime frontiere in campo medico. Se oggi a Frascati Massimo Iannetta parlerà di «2010, Anno della Biodiversità», ieri Giovanni Mazzitelli (primo ricercatore dell'Istituto Nazionale Fisica Nucleare) affronterà il tema sull'«Energia: le scorte del mondo e le previsioni future». Professor Mazzitelli, perché il pubblico è tanto interessato alla scienza, ritenuta per molti materia astrusa? «Questa è la quinta edizione dell'iniziativa di Frascati e il successo dei visitatori negli ultimi anni è andato crescendo. Il pubblico ha fame di conoscenza, vuole capire questi temi e anche come vengono spesi i soldi pubblici all'interno dei nostri laboratori. Una cosa più che legittima. Sono previsti in questi giorni collegamenti con la sede del maggiore progetto mondiale di ricerca sulla struttura della materia e dell'antimateria, il Cern di Ginevra e il Large Hadron Collider, dove si svolge un ambizioso progetto di fisica subnucleare mai realizzato, per indagare la materia e l'energia contenute nell'Universo. In collegamento ci sarà anche l'Erasmus Medical Center di Rotterdam dove si svolge la ricerca d'avanguardia sulla cardiologia». Come spiegherebbe ai ragazzi la funzione dell'acceleratore Dafne di Frascati? «Esistono 7 acceleratori di particelle nucleari nel mondo, sparsi tra la Cina, il Giappone,la Svizzera (dov'è il famoso Cern di Ginevra) , l'America (che ne vanta due) e infine l'Italia, con il nostro Dafne, qui a Frascati. Di acceleratori ne esistono centinaia di migliaia nel mondo e di questi il 99 per cento viene usato negli ospedali. Mai i 7 di cui parlavo prima si posso considerare i Formula uno degli acceleratori, sono dei potentissimi microscopi che ci raccontano come si è evoluta la vita dell'universo, dal Big Bang a oggi». Quali sono le scoperte più interessanti degli ultimi anni ? «I componenti fondamentali del mondo che ci circonda li abbiamo raccolti in una sorta di modello standard con quark e leptoni, due tipi di particelle che compongono tutta la materia finora conosciuta. I nostri esperimenti ci portano a cercare di capire l'universo nei suoi primi istanti di vita. Alla fine degli anni '90 il Nobel Carlo Rubbia scoprì le particelle WZ e ora si studia l'Higgs, una nuova particella che consente di verificare la massa delle particelle stesse, che così non saranno più considerate soltanto dei numeri. E poi c'è tutto il capitolo sull'antimateria. Il nostro Dafne misura proprio il rapporto tra materia e antimateria: sappiamo che nel nostro mondo l'antimanteria è scomparsa perché è stata schiacciata dalla materia. È perciò ritenuta improbabile quella teoria, sui mondi paralleli, che voleva l'antimateria in universi confinanti con il nostro». Sono molti i giovani italiani appassionati di fisica? «Sì, ma purtroppo l'Italia, Paese d'eccellenza per la fisica che si si riallaccia a Enrico Fermi e ai ragazzi di via Panisperna, dà alla ricerca solo l'1 per cento del Pil. I ricercatori sono precari, hanno stipendi da fame e il 60 per cento di loro, in genere i migliori, scappano all'estero, in Francia, Germania, Inghilterra e America, ovviamente».