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Ue, passo indietro sulla risposta sui dazi. Ma si cerca una difficile unità

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A memoria mai un Consiglio Commercio dell’Ue era stato così al centro dell’attenzione. I ministri dei Ventisette (l’Italia sarà rappresentata dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani) si riuniscono oggi a Lussemburgo per affrontare l’escalation commerciale con gli Stati Uniti dopo l’annuncio del presidente Donald Trump di colpire l’Unione europea con dazi del 20% su tutti i prodotti importati, oltre alle misure del 25% già annunciate il mese scorso su acciaio, alluminio e auto. Non saranno adottate decisioni ma l’appuntamento sarà un test sull’unità dell’Ue in una delle sue partite più delicate degli ultimi anni. La Commissione europea aveva lasciato intendere nei giorni scorsi la volontà di rispondere in maniera «ferma e immediata» ai dazi americani. Tuttavia ora sembra prendere tempo, anche su pressione di diversi Stati che non vorrebbero aggravare le tensioni commerciali. 

 

 

Nel suo confronto di ieri con il premier britannico, Keir Starmer, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha usato una formula più soft: ha ribadito «l’impegno dell’Ue in negoziati con gli Usa, chiarendo al contempo che l’Ue è pronta a difendere i propri interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario». La riunione è stata convocata in via straordinaria «perché attendere il Consiglio ordinario previsto a fine maggio sarebbe stato troppo tardi», ha chiarito una fonte diplomatica europea. Sono due i punti principali in agenda: i rapporti commerciali Ue-Usa e quelli Ue-Cina. Per quanto riguarda Washington, l’obiettivo è «uscire dal Consiglio con un messaggio di unità», senza entrare nei dettagli delle possibili contromisure, che restano in elaborazione da parte di Bruxelles. «La priorità è lasciare spazio ai negoziati, pur preparandoci a rispondere», ha spiegato un funzionario europeo. Vi è un forte sostegno alla linea della Commissione europea di mantenere «fermezza senza escalation». La risposta dell’esecutivo europeo prevede una prima fase di ritorsione in risposta ai dazi sull’acciaio e l’alluminio: sono già pronte due liste (che dovranno essere votate dagli Stati il 9 aprile), la prima di contromisure del valore di 4,3 miliardi di euro che erano state sospese dopo l’accordo raggiunto con l’amministrazione Usa; la seconda è per le nuove contromisure del valore di 18 miliardi di euro per avvicinarsi al totale di 28 miliardi di dollari applicati dai dazi americani (il valore delle contromisure attuali è pari a circa 22 miliardi di euro ma può arrivare fino a 26). La prima lista entrerà in vigore il 15 aprile, la seconda il 15 maggio. Nel frattempo la Commissione continua però a lavorare sulle contromisure dei dazi reciproci e di quelli sulle auto (a pieno regime i dazi costeranno all’Ue 81 miliardi di euro). «Ogni misura è sul tavolo, è troppo presto per dare dettagli ma possiamo già dire che non saranno solo misure economiche», spiega un funzionario europeo. L’auspicio è che il confronto «franco» del commissario per il Commercio, Maros Sefcovic, con i suoi omologhi americani - il segretario al Commercio, Howard Lutnick, e il rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer - porti almeno a una sospensione, come già successo con il Canada e il Messico nella prima fase. 

 

 

Sui rapporti con Pechino, i ministri discuteranno del crescente squilibrio commerciale (deficit Ue-Cina a 304,5 miliardi di euro nel 2024) e dei recenti sviluppi riguardo l’escalation commerciale sulle auto elettriche. Con la Cina l’impegno europeo è su due fronti: evitare ulteriori danni dei dazi che possono portare alle diversioni dei prodotti cinesi verso il mercato europeo (sono state già adottate delle salvaguardie per limitare l’import di acciaio) e cercare di allargare il canale commerciale per attutire gli effetti delle barriere americane per entrambi.

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