
L'Europa tratta e offre "dazi zero": pronte le prime contromisure

La lista dei primi contro-dazi Ue è pronta. Sarà consegnata dalla Commissione agli Stati membri e votata mercoledì dai 27 per entrare in vigore il 15 aprile. È la risposta ai primi dazi su alluminio e acciaio introdotti dagli Usa il 12 marzo. L’ammontare delle somme incassate da Washington con quelle misure è di 26 miliardi di euro ma la cifra dei contro-dazi Ue sarà inferiore perché «non vogliamo il dente per dente, occhio per occhio», assicura il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic. La Commissione ha ascoltato con attenzione i vari Paesi e gli operatori del settore e ha agito in modo che «l’onere fosse distribuito equamente tra tutti gli Stati membri». Il piano A per ora è negoziare, e l’Esecutivo Ue ha messo sul tavolo anche l’ipotesi di cancellare ogni dazio sui prodotti industriali. «Siamo pronti a negoziare con gli Stati Uniti, anzi, abbiamo offerto tariffe "zero per zero" per i beni industriali come abbiamo fatto con successo con molti altri partner commerciali», afferma von der Leyen. È una vecchia proposta che l’Ue tiene sul tavolo, come sul tavolo ci sono tutte le opzioni, a cominciare dal secondo pacchetto di misure previsto per il 15 maggio che potrebbe colpire le big tech americane, fino all’arma finale dello strumento anti-coercizione da usare in piena guerra commerciale. Ma per ora mano tesa, anzi «la migliore forma di reciprocità è semplice: zero tariffe su tutti i beni industriali da entrambe le parti», ribadisce la Commissione.
I ministri degli Esteri e del Commercio, riuniti a Lussemburgo, hanno dato ampio sostegno alla mediazione condotta dal commissario Sefcovic per conto dell’Esecutivo Ue. Nonostante la spinta francese a una risposta più aggressiva, per ora prevale la linea più cauta sostenuta dall’Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto un rinvio delle misure magari a fine mese ma la Commissione ha spiegato che ci sono vincoli tecnici, dovuti anche alle regole del Wto. In ogni caso, il governo italiano ha espresso pieno sostegno all’iniziativa Ue, che non intende in alcun modo bloccare, ma anzi aiutare con l’imminente missione della premier Giorgia Meloni a Washington, che sarà «utile», spiega Tajani. «Ho detto che l’Italia farà di tutto, a cominciare dalla presidente del Consiglio, per far sì che la Commissione europea e il commissario Sefcovic siano messi nelle migliori condizioni per trattare, facendo anche valere le buone relazioni che ci sono con l’amministrazione americana».
Il pacchetto si baserà su una vecchia lista di prodotti Usa da sanzionare e tra questi non verrà incluso il whisky, rassicura il titolare della Farnesina, per evitare nuove ritorsioni sul settore del vino. La presidente von der Leyen ha anche annunciato l’istituzione di una task force di sorveglianza delle importazioni per proteggersi dagli effetti indiretti della deviazione degli scambi. Ovvero dal rischio di una distorsione dei flussi commerciali con importazioni a costi inferiori, provenienti da Paesi esterni all’unione, che sono sostituite da importazioni a costi superiori provenienti da Paesi che fanno parte dell’unione. Se l’Ue è per la linea del dialogo, è guerra commerciale aperta tra Usa e Cina. Il presidente Trump ha minacciato di imporre alla Cina a partire dal 9 aprile ulteriori dazi del 50%, se Pechino non ritirerà le tariffe del 34% varate ieri, mentre «i negoziati con altri paesi, che hanno anch’essi richiesto incontri, inizieranno immediatamente». La Casa Bianca smentisce anche le voci su una possibile pausa di 90 giorni per i dazi lanciati dal tycoon. Si tratta di «fake news». Di fronte alle proteste di piazza e le critiche degli industriali, il leader di Washington ribadisce la sua strategia: «Non siate deboli! Non siate stupidi! Siate forti, coraggiosi e pazienti, e la grandezza sarà il risultato!», dice agli americani.
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