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Guerra in Ucraina, Kiev rischia di perdere tutto: la Russia sfonda nel Kursk e nel Donetsk

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La guerra tra Russia e Ucraina continua a mietere vittime, con il Kursk che diventa sempre più un teatro di scontri sanguinosi. Mosca festeggia i successi militari nella regione, ma il bilancio umano della recente avanzata è drammatico. Secondo le stime, almeno un migliaio di soldati russi avrebbero perso la vita nelle ultime 72 ore, un tributo pesante. L’offensiva russa ha incluso un’operazione audace e controversa: l’utilizzo di un vecchio gasdotto in disuso per infiltrarsi nelle linee nemiche. Attraverso un condotto sotterraneo di 1,4 metri di diametro e lungo 16 chilometri, gruppi di cento uomini alla volta hanno tentato di attraversare il confine, ma la mancanza di preparazione si è rivelata fatale. Carenza di provviste, problemi di ventilazione e il rischio di avvelenamento da metano hanno causato la morte di centinaia di combattenti prima ancora che potessero giungere a destinazione. Nonostante l’alto costo umano, l’operazione ha permesso alle forze di Mosca di guadagnare terreno, accerchiando le truppe ucraine tra le località di Novenkoye, nella regione di Sumy, e Lebedevka nel Kursk. La situazione per Kiev si fa sempre più critica: la logistica vacilla e i soldati sono esausti. Alcuni analisti ipotizzano che il comandante ucraino Syrskyj possa presto ordinare un ritiro dalla regione, visto il peggioramento delle condizioni sul campo. Mosca, dal canto suo, diffonde immagini che mostrerebbero una ritirata già in corso, con l’avanzata russa nelle cittadine di Malaya Loknya, Cherkasskoye Porechnoye e Kositsa. 

 

 

Ma le difficoltà per Kiev, spiega Il Giornale, non si fermano al Kursk: nel Donetsk la situazione è altrettanto grave. Le forze russe hanno conquistato Kostiantynopil, infliggendo pesanti perdite agli ucraini, con almeno 200 soldati caduti tra le fila delle brigate meccanizzate e dei reparti d’assalto. La pressione su Kiev aumenta anche sul fronte aereo: I danni alle infrastrutture sono ingenti e circa 94mila famiglie sono rimaste senza elettricità. Tra le armi impiegate, oltre ai droni di fabbricazione iraniana, sono stati segnalati anche modelli bielorussi, a conferma del crescente supporto internazionale alla Russia. 

 

 

 

Di fronte a questa escalation, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha nascosto tutta la sua frustrazione, soprattutto dopo il disimpegno militare degli Stati Uniti. Washington avrebbe ridotto il supporto tecnico per la manutenzione degli F-16 e dei carri armati Abrams, rendendo la situazione ancora più complessa per l’esercito ucraino. Su X, Zelensky ha denunciato l’uso da parte russa di armi con componenti stranieri, in violazione delle sanzioni internazionali, e ribadisce la necessità di ottenere garanzie di sicurezza concrete per una pace duratura. A oltre tre anni dall’inizio del conflitto, il bilancio umano e strategico si fa sempre più pesante, senza che si intraveda una soluzione all’orizzonte.

 

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