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Romania, arrestato il candidato Georgescu: "Fondi dalla Russia", caos politico e polizia schierata

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Caos politico in Romania dove il candidato filorusso alla presidenza del Paese, Calin Georgescu, è stato arrestato mentre stava per presentare la sua nuova candidatura alla presidenza. Era ancora tra i favoriti alla presidenza romena, dopo che la sua corsa era stata frenata dall’annullamento del primo turno delle elezioni, che aveva vinto, per presunti aiuti a suo favore da parte della Russia. Nelle indagini sul finanziamento della sua campagna elettorale, la procura ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti ed effettuato 47 perquisizioni. A dare notizia dell'arresto lo stesso Georgescu su Facebook: "Dov’è la democrazia, dove sono i partner che devono difendere la democrazia?", si legge nel post.

Secondo quanto riportato dal canale di informazione rumeno Digi24, i pubblici ministeri hanno emesso un mandato di arresto nei suoi confronti e hanno iniziato a perquisire le abitazioni dei suoi stretti collaboratori e della sua guardia del corpo. Il canale di informazione rumeno Antena 3 CNN ha riferito che Georgescu è interrogato in relazione al finanziamento della sua campagna elettorale dell’anno scorso. I procuratori sospettano 27 persone di aver agito contro l’ordine costituzionale romeno, istigazione pubblica, avvio di un’organizzazione fascista e false dichiarazioni sulle fonti di finanziamento della campagna elettorale, ma nella loro dichiarazione non hanno fatto il nome di Georgescu o dei suoi collaboratori. Tuttavia, poco dopo la diffusione della notizia delle perquisizioni Georgescu ha pubblicato il post affermando che le perquisizioni avevano lo scopo di bloccare la sua nuova candidatura presidenziale.

 

La Romania è sprofondata nel caos politico alla fine dell’anno scorso, quando Georgescu ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali e avrebbe dovuto affrontare la riformista Elena Lasconi al secondo turno. La Corte costituzionale romena ha annullato il primo turno delle presidenziali a seguito di una presunta operazione russa volta a influenzare il risultato. Nuove elezioni sono previste per il 4 maggio, mentre il ballottaggio è previsto due settimane dopo, il 18 maggio. "Il sistema comunista-bolscevico continua i suoi odiosi abusi", "cercano di fabbricare prove per giustificare brogli elettorali facendo di tutto per bloccare la mia nuova candidatura presidenziale", ha scritto Georgescu su FB. "Io a nome dei miei elettori ma anche di coloro che sebbene abbiano altre opzioni politiche vogliono una Romania democratica e libera, sto combattendo questo sistema di sicurezza che ci vuole in schiavitù. Viviamo nel comunismo, non c’è nulla di libero e legale in tutto ciò che sta accadendo. Non mi arrenderò, faccio affidamento sul vostro sostegno, su tutti e vi aspetterò sabato in Piata Victorei", aggiunge.

Intanto ricostruzioni concordanti dei media romeni indicano che nei pressi della sede della procura dove il dirigente è stato fermato la polizia ha eretto barriere nel tentativo di bloccare cortei o altre azioni di protesta annunciate da alcuni partiti. Dopo la diffusione della notizia il gruppo responsabile della comunicazione di Georgescu ha postato su X un messaggio con punto interrogativo, taggando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il suo vice James David Vance e il suo consigliere Elon Musk: "Dov’è la democrazia ora?". All’inizio di questo mese, infatti, Vance aveva accusato la Romania di aver annullato le elezioni nel dicembre scorso basandosi su "sospetti inconsistenti" dell’intelligence e su pressione da parte di altri Paesi europei. A Georgescu, divenuto influencer su Tiktok, secondo i critici sensibile agli interessi della Russia o addirittura condizionato da Mosca, sarebbero contestati atti contro l’"ordine costituzionale" e la partecipazione un’"organizzazione estremista".

 

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